Biourbanistica e digitale appropriato, nuove opportunità per il Mezzogiorno

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Una mia intervista su una possibile rinascita del Mezzogiorno d’Italia con tecnologie e approcci molto diversi, nonché molto meno costosi, da quelli provati nel secolo scorso. Pubblicata a settembre 2014 altrove, sparita quasi subito dal Web e quindi ripubblicata qui il 14 settembre 2015 (*):

Cos’è la biourbanistica e come si pone al servizio della società?

Premesso che io NON sono affatto un biourbanista vero, solo un estimatore e supporter “esterno”, la Biourbanistica è una disciplina che mischia architettura, storia, urbanistica tradizionale, psicologia e altre discipline per uno scopo ben preciso. L’ho già raccontato in dettaglio altrove, ma in sintesi la biourbanistica studia come rendere i luoghi che abitiamo decenti, cioè posti in cui fa piacere vivere perché sono:

  • (auto) organizzati dal basso

  • tenendo conto della loro storia e caratteristiche uniche amici della vita umana (biofilia) in tutte le sue accezioni (familiare, affettiva, emotiva, produttiva…)

  • gestiti con piccoli interventi, economici e poco invasivi (“agopuntura urbana”), realmente appropriati al territorio

Il meridione vive un profondo stato di crisi dettato sopratutto da scelte sbagliate anche nella gestione del territorio.. Ha una ricetta per migliorare le condizioni di vita al sud?

Magari. Sarei già santo e milionario, se l’avessi. Non ho nemmeno la presunzione di avere un’idea, di come dovrebbe essere, una ricetta completa. Detto questo, sono sinceramente convinto che che alcuni ingredienti necessari di una ricetta del genere dovrebbero essere da una parte quelli già citati della Biourbanistica (innovazione partecipata dal basso, basata su storia e caratteristiche uniche di ogni comunità, eccetera); e dall’altra, l’uso delle tecnologie digitali appropriate, che molto spesso, per quanto ci riguarda, non sono le più costose, o quelle più nuove o più di moda.

Quali sono gli strumenti tecnologici che possono aiutare il sud a creare idee geniali e replicabili?

Le idee geniali le creano le menti capaci di faticare, vedere i problemi **veri **(quante “app” e “startup” digitali strafinanziate sono in realtà giochi, o comunque soluzioni di problemi e bisogni che loro stesse creano?) improvvisare e agire fuori dagli schemi. Di questo il Sud, come tutta l’Italia del resto, è naturalmente molto ricco. La tecnologia può aiutare facendo circolare le idee liberamente, connettendo chi vuole lavorarci sopra e abbassando i costi di replicazione, cioè per passare dai prototipi alla fornitura su scala più larga (non necessariamente grande) di prodotti e servizi continuamente adattati alle richieste della gente. In particolare, secondo me per il Sud sono particolarmente importanti due classi di tecnologie. Una è la mappatura digitale, aperta e collaborativa del territorio, per individuarne problemi e qualità, che è possibile solo con OpenStreetMap, e che tutti dovremmo fare.

L’altra è l’insieme di tecniche e strumenti per progettazione e fabbricazione Open Source di tutto, da strumenti agricoli a mobili e macchine utensili, che ho raccontato in questa presentazione.

Come giudica il grado di informazione in italia?

A rischio di apparire snob… pessimo, purtroppo. Anche fra i cosiddetti “nativi digitali”. Se la familiarità con certi strumenti fin da neonati bastasse per saperli usare bene, i quarantenni di oggi sarebbero tutti eccellenti registi o critici TV, semplicemente perché loro, da ragazzini, sapevano usare il telecomando del videoregistratore. Così com’è usato oggi, spesso “Nativi Digitali” è quasi una presa in giro, un inganno. Nel senso che da' a troppi giovani l’illusione di non aver bisogno di imparare nulla, anziché stimolarli a fare qualcosa da soli, a scoprire cose come Software Libero, Open Hardware, OpenStreetMap e così via.

Quanti e quali treni rischiamo di perdere?

Tanti. Fra questi, quello del recupero del suolo, a tutti i livelli, dall’ambiente ad attività economiche sostenibili che permettano ai giovani di andarsene altrove solo se proprio lo vogliono, non perché non hanno altra scelta. Questo recupero va fatto presto, perché non c’è più tempo, che l’Italia sta franando lo dicono i TG a ogni temporale; senza grandi mezzi, perché i soldi sono finiti; e dando più voce in capitolo e possibilità di controllo ai cittadini, anziché calare dall’alto fantasie faraoniche tipo Ponte sullo Stretto, decise altrove, per muovere montagne di soldi… altrove.

**(*) **questa intervista fu rilasciata il 19 settembre 2014 a un (allora) quasi nuovo portale sul Mezzogiorno, che la mise subito in linea. Dopo un paio di mesi però quel portale cambiò completamente missione, cancellando questa e tante altre pagine che ormai non servivano più. Quando me ne accorsi, a primavera 2015, suggerii di rimettere in linea almeno questa intervista, pensando che oltre che a me avrebbe fatto comodo anche a loro. Il 14 settembre del 2014, non avendo ancora ricevuto alcuna risposta, l’ho rimessa in linea sul mio sito, perché **continua **a sembrarmi utile, se non altro come spunto per ulteriori riflessioni. A voi no?

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