Voto online o elettronico? (ancora) No, grazie
Qualche giorno fa mi sono ritrovato a rispiegare su Facebook perché, pur sostenendo la digitalizzazione dei servizi pubblici al punto da dire “Dopo le iscrizioni possiamo spegnere tutto il resto”, sul voto continuo a fare vigorosamente eccezione. Questa è una sintesi di quanto ho scritto in quell’occasione (le parti in corsivo sono domande o interventi di altri partecipanti).
(importante: vedi aggiunte a fondo articolo, soprattutto l’ultima che basterebbe pure da sola) Innanzitutto distinguiamo fra voto online (votare direttamente dal proprio computer o smartphone) e “voto elettronico” (votare in un seggio UFFICIALE, pigiando “bottoni” su un qualche terminale UFFICIALE, costruito, certificato, configurato eccetera… specificamente per quello, collegato ad altre apparecchiature altrettanto ufficiali che fanno direttamente lo spoglio dei voti).
Poi diciamo che le votazioni ufficiose, interne, tutto sommato sono affari di chi le fa, votate pure come volete, sul serio. Per me tutto quel che segue è fondamentale SOLO in elezioni “vere”, politiche o amministrative, in un contesto come quello italiano attuale e/o finchè siamo d’accordo che il voto è e deve rimanere segreto. OK? Allora…
Per me il voto online è una boiata. Ditemelo voi come fare ad avere garanzie di regolarità se non solo “guardate” direttamente dentro la macchina che fa i conti ufficiali, MENTRE li sta facendo, ma siete anche sicuri che tutti i dati in ingresso alla macchina (cioè i singoli voti) siano genuini, SENZA qualche forma di “abbiamo ricevuto 1000 voti per la scelta n 1, chi l’ha votata alzi la mano per favore così controlliamo se è vero”.
Il voto online è anche voto da terminali in mano a gente che non sa niente di sicurezza informatica, cioè terminali che, senza che i proprietari se ne rendano conto, possono essere infettati a distanza in mille modi. Magari per trasmettere un voto A confermandoti sullo schermo che hai votato B. A meno (ma poi solo in teoria) di non rovinare irrimediabilmente i terminali stessi, cioè renderli rigidi quanto un bancomat, non aggiornabili eccetera. Tant’è che praticamente nessuno lo fa in elezioni vere, tranne l’Estonia, paesino di cui nessuno ha interesse a craccargli le elezioni da fuori. E che comunque ci sta ripensando per i motivi che ho appena detto.
Passiamo al voto elettronico. Anche in principio, è profondamente antidemocratico perché, anche in teoria, possono controllare che tutto sia a posto solo degli specialisti. Per me questo basta e avanza a scartarlo. Poi è per definizione molto più esposto a brogli sistematici dello spoglio manuale. Per finire, almeno nello scenario italiano dove non c’è da trasportare casse di schede per giorni attraverso giungle, come in Brasile, è semplicemente inutile. Quale problema vero risolve? A un adulto che differenza fa sapere i risultati ufficiali due giorni dopo la chiusura delle urne, anzichè 2 minuti? Tutto questo paragrafo l’ho già spiegato in dettaglio l’anno scorso, rileggetevi anche quell’articolo per favore. Quanto ai brogli..
Sì, ma i brogli???
“anche in Italia i brogli si verificano sistematicamente; basta fare una ricerca con “sentenza brogli”
Ancora coi brogli? Qui bisogna capirsi sul significato di sistematico.
Sistematico nel senso che “avvengono brogli in molte sezioni, ogni volta” è un conto. Non lo nego ma a me pare molto più pericoloso un sistema in cui, per assegnare seggi a tizio o caio basta alterare UN software perché ogni X votanti “sposti” un voto su tizio, in maniera sistematica in tutti i seggi in cui gira quel software… di quello in cui per spostare lo stesso numero di voti tutti a favore di tizio devono esserci parecchie persone in tutti quegli stessi seggi, tutte disoneste NELLO STESSO VERSO. è questo che conta, che fa la differenza. Anche se in tutti i seggi barassero, ma non tutti allo stesso modo, la possibilità di spostare effettivamente un seggio sarebbe minore.
se intendi dire che la pericolosità del voto elettronico è maggiore, non concordo. Si tratta di mettere a punto i protocolli, ma già oggi viaggiano in modo elettronico dati molto, molto più sensibili dei voti, dati molto, molto, MOLTO più appetibili e oggetto di quotidiani tentativi di alterazione, eppure al momento non si conoscono falle. Sto parlando della transazioni elettroniche di danaro. Non dei nostri pagamenti con carta di credito su PayPal, ma degli spostamenti miliardari da una banca all’altra. Certo, non conosciamo tutti i retroscena, ma è significativo che le banche, pur avendo tutte le opzioni, preferiscono in ogni caso le transazioni elettroniche.
Non vedo proprio le basi per paragonare il voto elettronico con “gli spostamenti miliardari da una banca all’altra”. Primo, nel voto il problema non è quello che viaggia fra le macchine da voto e il Viminale, è proprio quello che dicono le macchine. Secondo, il motivo per cui gli spostamenti miliardari funzionano è semplicemente che chi viene fregato se ne accorge subito, senza possibilità d’errore, e lancia l’allarme fornendo prove certe di cosa è successo. Quindi, poichè quelle transazioni avvengono su reti protette, è relativamente facile individuare chi potrebbe essere stato e provare cosa e come ha fatto.
Mentre le frodi da voto elettronico sarebbero MOLTO più simili a quella di Richard Pryor in Superman III: Pryor diventa miliardario craccando il software delle buste paga, in modo che tutti gli arrotondamenti in difetto di 0.5 centesimi di tutti gli impiegati di una multinazionle vadano su un suo conto segreto. E la multinazionale lo becca SOLO perché lui è tanto imbecille da andare al lavoro in Ferrari… ma SOLO perché si era accorta SUBITO E con CERTEZZA (cosa invece impossibile nel voto) che erano spariti tanti soldi da comprarci una Ferrari.
Sezione aggiunta il 7 novembre 2014: ho realizzato solo oggi che in questo articolo manca un altro punto importante, che avevo già fatto esplicitamente in altri miei scritti sullo stesso tema ma non qui, quindi lo ripeto qui per completezza:
sia per il voto online che per il voto elettronico vero e proprio non serve assolutamente a NIENTE, e non fa proprio NESSUNA differenza, che il codice software nei server (per il voto online) o nelle macchine ai seggi per quello elettronico sia stato interamente pubblicato, con o senza licenza aperta, per essere sottoposto a verifica indipendente.
La farebbe se un cittadino MEDIO potesse verificare che quello è il codice che effettivamente sta girando su quel server o la macchina del suo seggio per tutta la durata di una votazione. Ma questo nel caso del voto online è irrilevante, perché è comunque un’idea talmente balorda da rifiutare a priori. E nei seggi sarebbe, oltre che antidemocratico (perché solo un programmatore esperto deve poter verificare? Più democratico lo scrutinio manuale, per cui basta essersi meritati una licenza di terza elementare) irrealizzabile in pratica.
Anche se sei un programmatore che fai? Ti porti il tuo debugger e pretendi di attaccarti alla seriale del seggio elettronico o qualcosa del genere per fare verifiche di integrità del codice? E chi ti garantisce che l’intera macchina non sia stata craccata per mentire quando gli fai certe domande, a meno di non smontarla? E chi glielo dice a tutti gli altri in fila per votare di aspettare finchè hai finito di giocare al nerd? O gli da' la garanzia che non sia proprio TU, in realtà, qualcuno che sta craccando la macchina per taroccare i loro voti come vuole lui? Per questo è irrilevante, in questo caso, che il codice sia disponibile o no.
Votare da casa? Casa di CHI?
Votare online, cioè “votare da casa”, significa poter votare da qualunque casa. Anche e soprattutto quella del mafioso che regali 100 Euro a chiunque venga a votare col proprio smartphone o computer portatile davanti a lui. O che minacci ritorsioni serie a chi non lo fa. Queste sono cose tanto certe quanto praticamente impossibili da rilevare ed evitare, votando online. **Anche **se software e smartphone fossero davvero 100% sicuri, anche se il software fosse Open Source eccetera eccetera.
Se ancora non vi ha convinto tutto il resto della pagina, dovrebbe bastare e avanzare questo, come argomento per non votare online niente di più critico di qualche reality show. (aggiunto il 30/1/2016)
Who writes this, why, and how to help
I am Marco Fioretti, tech writer and aspiring polymath doing human-digital research and popularization.
I do it because YOUR civil rights and the quality of YOUR life depend every year more on how software is used AROUND you.
To this end, I have already shared more than a million words on this blog, without any paywall or user tracking, and am sharing the next million through a newsletter, also without any paywall.
The more direct support I get, the more I can continue to inform for free parents, teachers, decision makers, and everybody else who should know more stuff like this. You can support me with paid subscriptions to my newsletter, donations via PayPal (mfioretti@nexaima.net) or LiberaPay, or in any of the other ways listed here.THANKS for your support!