Servizi pubblici online fatti MALE, parte 1
Il pluralismo informatico è un principio base semplice semplice, non di informatica ma di pudore e buon senso:
se fai qualcosa che va usato via Internet, devi farlo, entro limiti ragionevoli, in modo che sia usabile senza problemi qualsiasi computer, smartphone o tablet abbiano i suoi utenti. L’Italia, invece, è piena di servizi online pubblici (nel senso più generale dell’espressione, vedi sotto) che di questa norma elementare se ne fregano, più o meno allegramente.
Alla faccia di chi li paga direttamente o avrebbe comunque tutti i diritti, a norma di leggi e regolamenti vari, di servirsene senza restrizioni cretine. Certo, in non pochi casi la violazione di questo principio oggi non è proprio una colpa, ma semplicemente la conseguenza del fatto che non ci sono più i soldi per aggiornare roba fatta anni fa, ma il problema rimane. Un modo per combatterlo è far conoscere i servizi che hanno questo problema, che è proprio lo scopo di questo articolo.
Per servizi pubblici, come vedrete dagli esempi che seguono, non intendo soltanto quelli delle Pubbliche Amministrazioni, ma anche quelli di tante organizzazioni professionali e/o grandi aziende che hanno o dovrebbero proprio averli, certi obblighi verso i loro iscritti o clienti.
Se avete altri esempi del genere, [mandatemeli mfioretti@nexaima.net] per le prossime puntate!
Servizio “730 in rete” del CAF Consulenti del Lavoro
La piattaforma CAF di www.cafconsulentidellavoro.it
sarebbe, dicono “offerta agli operatori CAF nelle due modalità, in ambiente ms-windows e in ambiente web on line”. Dove “web on line” significherebbe proprio “puoi usarla via Internet, punto”. Invece, come vedete nella schermata, o Internet Explorer o niente. Grande.
Mamma RAI. No Windows? No TV
Da una parte spot imbarazzanti per far pagare il canone. Dall’altra, schermo vuoto (come, bisogna dirlo, fa anche il Vaticano). Se non hai software che gira quasi solo su Windows, puoi aver pagato quanti canoni ti pare, ma niente. Da cui la petizione alla RAI perché si svegli.
Sky Go? Nemmeno
Vedi sopra, stessa situazione della RAI. Con l’aggravante, volendo, che questo costa di più e ti prende per i fondelli con quel “da vedere dove vuoi” in home page.
Le maschere per le prove INVALSI
“Scusi, caro signor Ente Pubblico INVALSI la mia scuola PUBBLICA cerca di non usare software proprietario come previsto da queste leggi dello Stato che le riporto. Chiedo cortesemente di predisporre una maschera anche per chi usa Libreoffice, evitando a molte scuole di dover acquistare inutili licenze per svolgere una cosa così banale." La risposta ufficiale? Il “funziona solo con il pacchetto Office, punto” qui a lato. Se guardate attentamente, il “tutto sommato me ne frego di quello che dice e relative norme” fra le righe si riesce a vedere benissimo. Dettagli e ulteriori incavolature, se credete, qui.
Per oggi basta. Alla prossima.
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