Quella scuola che non sapeva i link oggi ha una cattedrale nel deserto

Un anno fa ho raccontato di una scuola che, all’epoca, faceva sul suo sito pre-Geocities l’equivalente Internet di: “Per telefonarci, procuratevi una copia dell’Elenco Telefonico, scorretelo fino alla voce “nome_della_scuola” e componete il codice numerico a destra di esso”. Un paio di settimano sono tornato per caso su quel sito e ho scoperto che

:

  1. quelle pagine in “tecnologia” Web anni 80 erano state sostituite da un portale dinamico Joomla. Ho pensato “evviva, il 21mo secolo è arrivato anche lì!”

  2. poi ho letto in basso a destra il template standard “realizzato da prof NOME COGNOME con Joomla”

  3. poi ho notato che le ultime “news” (nel senso di contenuti inseriti come news in Joomla e come tali indicizzati e visualizzati nella barra) risalivano a febbraio 2013

  4. e che in home page ci SONO link a comunicati e varie più recenti, ma… non sono link a “news”/pagine Joomla, solo link a file PDF caricati nella sottocartella /images/ del sito

  5. poi ho cercato online il nome di quel docente webmaster e ho “scoperto” che da (almeno) luglio 2013 ha cambiato scuola…

insomma, l’ennesima cattedrale nel deserto costruita, contro tutti in un ente pubblico italiano dal solito missionario isolato, che appena quello se ne va o si arrende marcisce e/o viene usata a cavolo. Perché quello nei punti 3 e 4 è un problema concreto, mica metafisica dell’informatica, dal momento che…

Inserire nuovi contenuti come file PDF eccetera in un sistema come Joomla significa, in parole povere, che bisogna fare molto più fatica per tenere il sito aggiornato, e che quello che ci metti dentro è molto più difficile da indicizzare correttamente. Perché se va cambiata anche una sola riga in uno di quei documenti devi avere la versione originale fatta con OpenOffice o Word, avere un computer con quei programmi per riaprirla, riconvertirla in PDF dopo averla cambiata e poi ricaricarla nel sito “come immagine.

Mentre se lo stesso testo fosse stato scritto e caricato come si deve, cioè come pagina “news” di Joomla (cosa semplice quanto scrivere una email, mica astrofisica!), per aggiornarlo basterebbe riaprire quella pagina, anche da un qualsiasi smartphone, correggere quella singola riga e salvare la nuova versione. Una procedura molto più rapida dell’altra, anche con una connessione molto lenta, eseguibile da qualsiasi computer o smartphone senza software particolari, che manterrebbe il sito molto più fruibile.

Invece, niente, solo computer utilizzati come macchine da scrivere. Moltiplicatelo voi il tempo perso per ogni operazione del genere, gestita in questo modo, in ogni amministrazione pubblica italiana, per calcolare quanti soldi sprechiamo così. Di sicuro non è poco.