De Benedetti e la redistribuzione dei ricavi pubblicitari

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Lo scorso ottobre Carlo De Benedetti, editore (anche) di Repubblica, spiegava all’Internet Festival Come gestire il cambiamento e salvare il giornalismo, in particolare da aziende come Google. C’è chi liquida tutti quei discorsi come bufale. Io non arrivo a tanto, ma c’è una cosa mi stranisce comunque.

Al Festival De Benedetti ha spiegato che, riassumendo:

  • oggi restano altissimi i costi a carico di chi confeziona giorno dopo giorno fonti di informazioni selezionate, credibili e autorevoli
  • fino a pochi anni fa la pubblicità era per gli editori “tradizionali”.. un flusso di ricavi certo, che consentiva di tenere alta la qualità giornalistica
  • ma chi vende pubblicità online come Google oggi “ruba” alla radice, senza aver speso nulla per costruire quelle fonti di qualità, una parte sempre maggiore di quei ricavi
  • ergo, per non far scomparire quelle fonti autorevoli, “bisogna intervenire rapidamente con norme che ridistribuiscano le risorse correttamente rispetto agli investimenti per la costruzione dei contenuti.”

D’accordo. Parliamo allora delle gallerie di Repubblica.it. “Cina, sul monte Huashan: la scalata più pericolosa del mondo” non è che uno dei tantissimi esempi di come quella testata faccia regolarmente il contrario di quanto propone il suo editore.

Sulla competenza giornalistica e la cultura generale di chi cura le gallerie di Repubblica, cioè sulla loro qualità e autorevolezza, si potrebbe scrivere a iosa. Chiamare “Scalata più pericolosa del mondo” un’escursione su via ferrata certo non peggio delle tante che abbiamo sulle nostre Dolomiti va degnamente a braccetto con gli aerei a reazione degli anni ‘20 o lo scioglimento dei ghiacci groenlandesi. Ma non divaghiamo.

De Benedetti e la redistribuzione dei ricavi pubblicitari /img/repubblica_copia.jpg

De Benedetti chiede di ridistribuire le risorse proporzionalmente agli investimenti per la costruzione dei contenuti. Ottimo. Lui lo fa? Come è evidente dalla schermata, lo staff di Repubblica ha copiato allegramente, senza link o attribuzione di alcun tipo agli autori di foto (forse “Masterok” nel 2012?) e testi (probabilmente Bored Panda, ma anche China Travel Guide o Uqpu). Quanto hanno ricevuto gli effettivi “costruttori” di quella galleria dei ricavi dei banner (non Google!) che Repubblica ci ha piazzato intorno? (1). Sempre sullo stesso tema, la BBC ha ricevuto qualcosa da queste sue scene ricopiate da Repubblica, ma cancellandone il logo?

(1) un grosso svantaggio del conoscere bene l’Inglese è che riconosci immediatamente le tante “notizie” pubblicate dalle “fonti autorevoli” (quelle che essendo autorevoli, si beccano pure i contributi statali) che sono solo scopiazzature, magari malfatte, di quello che i tuoi contatti inglesi su Facebook o Twitter ti passavano giorni prima

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