Commenti al volo sui libri di testo aperti a Cinque Stelle

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In questi giorni su Internet si parla anche di un emendamento M5S al Decreto Istruzione su libri di testo in formati aperti e autoprodotti dai docenti. In attesa di vedere come finirà in pratica, vorrei far notare un paio di cose, anzi tre.

Primo, il testo “dovrebbe” essere quello che ho incollato qui sotto (7 novembre 2013, ore 11: vedi aggiornamento nel primo commento!!!). Nel senso che, escludendo come dovremmo le bacheche Facebook dove si postano pure la ricetta del couscous o le foto in mutande, al momento in cui scrivo non ne trovo alcuna traccia su siti ufficiali M5S. Che cavolo di modo di comunicare è questo? Trovare quel testo dappertutto, tranne dove dovrebbe essere mi pare tanto un altro esempio di questo problema M5S di fondo.

Entrando nel merito, se il testo è quello mi pare l’applicazione del mitico “uno vale uno” ai libri di testo. Che non funziona, perché nel mondo reale, come dice Gramellini, “uno vale uno, ma uno non vale l’altro”, soprattutto in questi casi. Per decreto puoi imporre di timbrare cartellini, non di essere creativi.

Dire che ogni scuola “elabora”, cioè in pratica significa “deve elaborare” eccetera eccetera è imporre creatività per decreto, cosa che in Italia funziona sempre, ma per fregare chi decreta.

L’unico risultato concreto (comunque non da poco, mai troppo presto dico io) “rischia” di essere una comprensione finalmente corretta, da parte di tutti gli insegnanti italiani, di licenze aperte e Creative Commons. Così com’è, infatti, per essere in regola con quell’emendamento basta che un docente per dipartimento copi alla lettera e spedisca al MIUR, senza nemmeno leggerli, materiali già pubblicati online con quella licenza. Ed è un peccato, perché se invece di un ordine del genere il testo dicesse qualcosa come:

“SE, in piena libertà o autonomia una Scuola Pubblica decide di produrre in proprio materiali didattici, questi devono essere messi a disposizione di tutti con licenza eccetera eccetera…”

sarebbe stato molto, ma proprio molto più interessante.

Terzo e ultimo commento, che senso ha questo obbligo:

[l'opera didattica sarà..] inviata entro la fine dell’anno scolastico al MIUR che individuerà un sistema per renderla disponibile a tutte le scuole pubbliche del territorio italiano anche adoperando piattaforme digitali già preesistenti

Non sarebbe più opportuno obbligare invece ogni scuola a mettere quanto preparato sul proprio sito (è il 2013, una scuola senza nemmeno UNA pagina blogspot o una cartella Dropbox gratuite NON ha scuse), inviando al MIUR solo il relativo indirizzo? Lavorare così permetterebbe di trovare soldi e voglia per “rendere disponibile” a parte, con calma, ma senza vanificare lo spirito dell’emendamento. A fare in QUEL modo, invece, con l’aria che tira si rischia di riempire un computer non connesso di roba che non verrà mai ripubblicata.

Testo dell’emendamento che circola su Internet

Emendamento M5S Libri di testo 6.18. Approvato.

Al comma 1, lettera b), dopo il numero 2), aggiungere il seguente: 2-bis) dopo il comma 2:

“Sempre al fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti di testi, documenti e strumenti didattici da parte delle scuole, degli alunni e delle loro famiglie, nel termine di un triennio, a decorrere dall’anno scolastico 2014/2015 anche al fine di consentire ai protagonisti del processo educativo di interagire efficacemente con le moderne tecnologie digitali e multimediali in ambienti con software open source e di sperimentare nuovi contenuti e modalità di studio con processo di costruzione dei saperi, ogni dipartimento negli istituti scolastici elabora il materiale didattico digitale per una specifica disciplina che potrà essere assunto come libro di testo per la disciplina di riferimento;

l’elaborazione di ogni prodotto verrà affidata ad un docente supervisore che crea uno staff di docenti in collaborazione con gli studenti delle proprie classi in orario curriculare nel corso dell’anno scolastico. L’opera didattica multimediale sarà registrata con licenza creative commons “Attribuzione-Non Commerciale-Condividi allo stesso modo (CC BY-NC-SA)” e successivamente inviata entro la fine dell’anno scolastico al MIUR che individuerà un sistema per renderla disponibile a tutte le scuole pubbliche del territorio italiano anche adoperando piattaforme digitali già preesistenti prodotte da reti nazionali di istituti scolastici e nell’ambito di progetti pilota del Piano Nazionale Scuola Digitale del MIUR per l’azione «Editoria Digitale Scolastica»”.

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