Regione Puglia, le strade raccontano. Ma perché non sono aperte?
Tre anni fa, quando ci si chiedeva se al presidente Vendola Microsoft piace proprio quanto al presidente Berlusconi, Vendola rispose
cambiando argomento, con una bella narrazione che parlava di tante cose, dalla banda larga al diritto d’autore. Su quest’ultimo tema Vendola scrisse cose assai condivisibili, anche se sempre cambio di discorso erano, come la necessità di:
…affrontare una riforma, quella del sistema dei diritti di autore, che è nato nell'800 per tutelare l’ingegno. Oggi quel sistema tutela solo le major. Esso va rivisto in un mondo che fruisce della cultura e delle conoscenze in un modo completamente diverso da come avveniva anche solo dieci anni fa. E vorrei che quelle regole fossero riscritte trovando il modo di dare voce anche a chi fruisce delle informazioni che circolano in rete e possibilità di costruire nuove professioni creative.
A luglio 2012 la Regione Puglia guidata da Vendola ha annunciato con altrettanto condivisibile soddisfazione la sua legge che tratta (anche) di Open Data, che sarebbe (strasemplificando!!!) un nome per i dati prodotti con fondi pubblici e/o dalle Pubbliche Amministrazioni, quando sono pubblicati permettendone a tutti il riuso (per saperne di più sugli Open Data leggete qui).
Quei discorsi mi sono tornati in mente pochi minuti fa, quando ho scoperto “Le strade raccontano: storia, cultura e tradizioni”. Questo progetto, cofinanziato dalla Regione Puglia (Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale - Programma per le Politiche Giovanili Bollenti Spiriti), offre:
mappe personalizzabili, realizzate in maniera tale da consentire agli utenti di interagire, e contenuti digitalizzati che ripercorrono la storia di luoghi, personaggi, tradizioni ed eventi all’origine dei nomi delle strade dei Comuni di Capurso, Cellamare e Valenzano. È volutamente un work in progress perché prevede la possibilità di apportare integrazioni o nuovi contributi da parte dei cittadini.
Ottima idea, ma perché, dopo tutte le manfrine su copyright da riformare e Open Data:
-
quel progetto gira su Google Maps anzichè su OpenStreetMap che è una mappa digitale da tutti, per tutti?
-
i dati che pubblica non sono affatto Open Data, perché NON POSSONO “essere copiati, riprodotti, pubblicati, scaricati, spediti, ritrasmessi oppure distribuiti in qualsiasi modo”?
Credo che il presidente Vendola dovrebbe fornire una risposta a queste domande. Se non altro perché rischia di sentirsele fare comunque anche lunedì prossimo, quando ha in programma di presentare proprio Bollenti Spiriti, come esempio di buone pratiche pugliesi, agli Open Days di Bruxelles. Ah, e visto che mi è tornato in mente l’argomento: che fine hanno fatto gli Stati Generali del Software Libero annunciati dopo l’accordo con Microsoft? E quel centro di ricerca, che ha prodotto finora?
Who writes this, why, and how to help
I am Marco Fioretti, tech writer and aspiring polymath doing human-digital research and popularization.
I do it because YOUR civil rights and the quality of YOUR life depend every year more on how software is used AROUND you.
To this end, I have already shared more than a million words on this blog, without any paywall or user tracking, and am sharing the next million through a newsletter, also without any paywall.
The more direct support I get, the more I can continue to inform for free parents, teachers, decision makers, and everybody else who should know more stuff like this. You can support me with paid subscriptions to my newsletter, donations via PayPal (mfioretti@nexaima.net) or LiberaPay, or in any of the other ways listed here.THANKS for your support!