Continua la farsa delle rassegne stampa
Più o meno da aprile 2013 le rassegne stampa di Camera e Senato sono accessibili solo via password. C’è chi ha lanciato l’ennesima petizione online per renderle di nuovo leggibili e indicizzabili da tutti gli utenti di Internet. Io non l’ho firmata perché
considero assurda la manutenzione (pagata da noi) di rassegne stampa fatte in quel modo, vorrei che le notizie fossero disponibili in altri modi e in ogni caso sono sicuro che certi modi di bloccare l’accesso agli articoli siano contro l’interesse degli stessi editori.
Oggi ritorno sull’argomento per due motivi. Uno è segnalare alla FIEG, con un esempio pratico, che la loro richiesta di chiusura di quelle rassegne è stata inutile.
Da quando si riceve via RSS, social network o altro l’annuncio dell’articolo “Il Pdl blinda Silvio: “Si decide a settembre” - Rischia l’arresto da altre procure” ci vogliono al massimo due minuti per:
- aprire quella pagina
- arrivare a “L’ARTICOLO INTEGRALE SU REPUBBLICA IN EDICOLA E SU REPUBBLICA +…”
- cercare online il titolo dell’articolo
- arrivare all’altra rassegna stampa visibile nella schermata, accessibile insieme a tanti altri senza alcuna password e contenente il testo completo dell’articolo. Vai FIEG!
L’altra cosa da segnalare è quanto questo modo stupidamente antidiluviano e costoso di fare rassegne stampa sia ancora diffuso. Pure quel testo viene da scansione di PDF immagine o ritagli cartacei, altrimenti non sarebbe pieno di errori di ortografia. Chi paga?
Chiudo con la parte più divertente, o tragicomica. Quella rassegna stampa che vanifica la chiusura al pubblico di quelle istituzionali non è mica messa online dai soliti piratacci cattivoni anticopyright. La trovate sul sito di un “leader nei servizi di comunicazione per istituzioni, enti pubblici e aziende”. Con tanti saluti a FIEG, Repubblica+ eccetera: considerando che pure gli stessi sindacati dei lavoratori della conoscenza fan rassegne stampa che remano contro, è una lotta in salita, poverini.
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