Dove scoprire cosa pensano i politici? In treno!

Storia vera, a partire dalle schermate: pochi giorni fa un mio conoscente ha annunciato su Twitter che:

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C’è ancora chi usa #mouse e #mousepad (in treno vicino a me). Mi suona #antico :-)

Questa, di per sè, sarebbe una non-notizia. Però…

pochissimi minuti dopo, sempre dal treno, quella stessa persona ha risposto a chi, sempre via Twitter, chiedeva maggiori informazioni:

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Ho scoperto chi è (dalle sue chiacchiere e grazie a internet)… eh eh eh uomo politico #IDV di Grosseto (e più non dimandare) :-)

Era ora!

Anch’io, in treno o in aereo, “scopro” regolarmente nome, cognome, lavoro e fatti personali, sia di chi sta accanto, sia dei loro clienti e amici. Ricordo con allegria, per esempio (tutte storie vere):

  • chi manda baci SMS al consorte mentre flirta con l’amante su Facebook, cioè con nomi e cognomi di entrambi bene in vista
  • l’extraparlamentare di provincia che, di ritorno dal confronto con i celerini a Roma, ne rivive i particolari in chat Facebook (vedi sopra) con i “colleghi”
  • l’avvocato che spiega al cliente (sempre chiamandolo per cognome) come deporre e perché
  • il consigliere provinciale che discute come presentare gli appalti che vanno approvati

Tutta roba irrilevante o quasi in Tribunale, per carità, ma come minimo imbarazzante. Tutta “scoperta” senza sforzo e senza volerlo, semplicemente perché quelle persone mi stavano vicino e mi “sbattevano” in faccia lo schermo del tablet (non posso mica farmi venire il torcicollo guardando sempre fuori dal finestrino!). Oppure, caso molto più grave e più frequente del primo, perché ammorbavano tutto il vagone o l’aereo ululando senza posa nel telefonino. (sì, anche in aereo. Voi non avete idea di quante cose interessanti fate in tempo a dire anche in quei pochi minuti prima del decollo o dopo l’atterraggio in cui ciaogioiasìsonoinaereoperòsenti… a 90 deciBel).

Certo, cafoni e sprovveduti si sono sempre comportati così. Fino a oggi però non lo facevano con strumenti a cui lasciano dire a tutti chi sono (*). Soprattutto, fino a oggi cafoni e sprovveduti non erano mai stati circondati da persone equipaggiate allo stesso modo, quindi capaci di scoprire comunque nomi e dettagli da soli, e poi comunicarli urbi et orbi in tempo reale.

Per i ragazzini immaturi (ultratrentenni e non) questa è una manna, qualcuno da sputtanare per non annoiarsi in viaggio si trova sempre. Noi adulti responsabili, invece, siamo di fronte a un dilemma serio: chi aiutare, i cafoni e gli sprovveduti oppure la società?

Da una parte, chi ancora ammorba interi vagoni (o ristoranti) urlando al telefonino, se lo stramerita di sentirsi chiedere dalla moglie “dice Facebook che ieri stavi sul FrecciaRossa per Milano. Perché?". Dall’altra, parliamo di cose serie, mica solo corna: a chi dovrei mandare subito quell’email dal treno? Al commercialista X, mentre sta violando in surround il segreto professionale del suo cliente Y (Finanzieri, se volete una carriera fulminea, passate in treno più tempo possibile), al cliente stesso o all’Ordine dei Commercialisti?

Fortunatamente, nelle prossime settimane avremo tantissime occasioni per fare prove sul campo senza troppi scrupoli, visto che si tratta d’interesse nazionale: se viaggiate vicino a candidati alle elezioni di qualsiasi tipo, zona e partito, fateci una cronaca diretta online di tutto quel che dicono del loro programma, grazie. E poi leggete questo articolo ma urlando, che vi senta tutto il vagone.

(*) se volete sapere chi è quello seduto a fianco che sta su Facebook con uno pseudonimo (è furbo lui!), controllate quali dispositivi BlueTooth o Wifi sono accesi intorno a voi. Quello etichettato con nome e cognome probabilmente è suo.