I danni che fate copiando male su Internet

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Qualche sera fa, ricevo tramite una mailing list un link alla sintesi di un articolo in cui c’è una frase che mi affascina:

Io credo che il primo gesto per ridare spazio al camminare sia quello di chiedere le dimissioni del capitalismo burocratico. Ci sono troppi uffici, troppe scrivanie.

Allora decido di far conoscere, per quel che posso, quel testo e il suo autore. Ovviamente, il modo giusto e intelligente di farlo è condividere e diffondere non la pagina in cui l’ho trovato (anche se non fosse solo una sintesi), ma solo la pagina “ufficiale”, in cui quel testo è apparso per primo in formato integrale. Però per fare così devo prima trovarla, quella pagina. Sarebbe facilissimo… se la gente sapesse usare Internet correttamente.

Il sito su cui ho scoperto quella frase dice solo che si tratta di un articolo di Franco Arminio, pubblicato da Il Manifesto il 4 luglio 2012, ma non fornisce link. Cercando la frase su Internet trovo altri siti che hanno copiato e pubblicato l’articolo (credo) integralmente), per esempio:

  • il primo amore (che non dice da dove è stato copiato) (aggiornamento 2012/08/22: in realtà in quel caso NON è stato affatto copiato, anche se non va bene comunque. Vedi i primi tre commenti)
  • voglio dis/piacere, che dice “/da il Manifesto from Loris dalla Nora/”

Però via Google non trovo la pagina originale di quell’articolo (non in forma leggibile a tutti, per lo meno). É solo perchè ho insistito, cercando a mano sia sul sito di Franco Arminio che su quello del Manifesto che ho scoperto che loro, invece quell’articolo l’hanno pubblicato eccome online, tutti e due. Gli unici link corretti per chiunque voglia promuovere e condividere quel testo sono quindi:

A parte qualsiasi discorso sul diritto d’autore (che va sia riformato che rispettato), sono solo questi i link da far circolare se vi piace quell’articolo. E solo quello (cioè sprecare qualche minuto per rintracciare la pagina originale) è il modo giusto di segnalare cose che vi piacciono su Internet. Perché solo così aiuterete gli altri a leggere il testo completo, a entrare in contatto diretto con l’autore vero, a commentare insieme a lui…

Di chi è la colpa se questo non accade?

Secondo me per almeno tre quarti è di chi copia senza cervello, cioè senza spendere due secondi almeno per includere il link all’articolo originale. Questo è sempre sbagliato. Sicuramente, se tutti i “copioni” avessero incluso link, i siti originali sarebbero diventati molto più visibili a Google.

Poi, in questo particolare caso che ho scelto come esempio, la colpa potrebbe essere anche de Il Manifesto e di Arminio stesso: com’è possibile che se si cerca la frase che mi ha colpito nessuna delle loro pagine pubbliche sia nei risultati, solo perché nessuno dei “copioni” si è sprecato ad aggiungere il link alla fonte?

I danni che fate copiando male su Internet /img/manifesto_francoarminio.png

Correzione/precisazione parziale del paragrafo precedente: in realtà a oggi (5 agosto 2012) le cose stanno ancora peggio per il Manifesto, che ci fa una figura barbina (ma succede lo stesso anche con tanti altri giornali tradizionali). Nel senso che, come vedete dalla schermata, la prima pagina di risultati di Google in effetti mostra anche un link “originale” (cioè de ilmanifesto.it) per quell’articolo: ma è anche l’unico link di quella schermata che… non è accessibile a tutti! “Solo” gli abbonati possono leggere quell’articolo. Sì, certo.

C’è qualcosa che non va nel modo in cui quei siti (non) sono ottimizzati per la ricerca e gestiti, “proteggendoli” dietro a una password.

Password a parte, in generale rimane un vero peccato che, per colpa soprattutto dell’incuria e della leggerezza di chi copia senza sprecarsi a fornire fonti, sia così difficile scoprire chi ha davvero scritto qualcosa per primo e dove. Ricordatevene.

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