Disabili, software libero e priorità in Puglia
Nell’articolo Accessibilità e formati all’amatriciana Roberto Scano solleva importanti obiezioni alla legge appena approvata in Puglia su software aperto, accessibilità di dati e altri argomenti collegati. In sintesi,
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accessibilità è una cosa che richiede competenze particolari ed è già abbondantemente regolamentata e definita da quasi un decennio: “la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”
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il fatto che la legge considera solo specifiche tecniche escludendo di fatto altre norme di livello superiore
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viene da chiedersi quale sarà il formato utilizzato per la diffusione di documenti e modulistica… Ci sarà garanzia all’utente con disabilità di poter avere documenti in formato PDF con suggerimento all’uso del prodotto Adobe Reader?
L’ultima obiezione deriva dal fatto che le specifiche di formati di documenti come PDF/UA hanno costi non nulli, e soprattutto dal fatto che l’articolo 5 della legge dice, fra l’altro:
- La Pubblica Amministrazione regionale utilizza esclusivamente formati liberi per la diffusione di documenti in formato elettronico…
- la Pubblica Amministrazione regionale si fa carico di indicare gli strumenti in software libero disponibili nella rete Internet utili per accedere ai documenti, usufruire dei servizi telematici, o accedere alle risorse…La Pubblica Amministrazione regionale non promuove l’uso di strumenti che non sono software libero
Tecnicamente, le obiezioni di Scano sono assolutamente corrette. In generale, anche io so che politici e amministratori italiani possono scrivere di software e formati liberi in maniera… approssimativa. E quando è partito l’iter di questa legge, anche io avuto qualcosa da ridire.
Secondo me però vanno valutate nella giusta prospettiva e la situazione non è così grave. Addirittura, potrebbe anche essere un’ottima occasione per chiarire certi punti generali, e consentire alla Regione Puglia di usare l’informatica nel modo migliore.
Quali diritti hanno i disabili?
Forse il primo punto da chiarire è proprio questo, anche se non è affatto politically correct.
Sei anni fa ci fu negli USA una crisi simile a quella che in teoria potrebbe scaturire da questa legge. Lo Stato del Massachusetts, stufo di avere file da ufficio che si potevano leggere solo con software costoso e di un solo fornitore, decise di passare al formato libero OpenDocument. Cosa fece Microsoft, trovandosi per la prima volta nella sua storia a non poter più fare i soliti discorsi che “il costo totale vero del software libero è eccessivo, e soprattutto non bisogna farne una questione ideologica”? Risposta: mandò avanti i non vedenti locali, dicendogli “guardate che se vincono questi, voi vi ritrovate senza lavoro, perché solo Microsoft Word è accessibile, cioè utilizzabile dai disabili”. E i non vedenti partirono in quarta, “come vi permettete di discriminarci, è assolutamente illegale eccetera”.
Secondo me, allora come ora valgono le stesse cose che scrissi all’epoca, fra l’altro intervistando Paolo Pietrosanti dei Radicali: i disabili hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini. Di conseguenza, se non vogliono discriminarsi da soli, devono capire una buona volta che hanno e devono chiedere tutti gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini. Inclusi quelli di non vedere i soldi delle loro tasse (o i sussidi, pensioni eccetera che non ricevono per i tagli) sprecati in infrastrutture digitali molto più costose e monopoliste di quanto potrebbero essere. Il diritto di usare i computer per vivere una vita come tutti gli altri non è il diritto di far usare a tutti gli altri il software che va bene a te.
Lo scrivo ancora più chiaro: come principio, le giuste esigenze dei disabili, cioè di una minoranza, non mi sembrano di per se' un motivo valido per non passare prima possibile a usare esclusivamente almeno formati, se non software, aperti. Se un passaggio del genere è sbagliato, lo è per altri motivi. Parliamone. Ma se è giusto (e per me lo è) non possiamo certo rinunciarci solo perché (oggi) crea problemi alla minoranza dei cittadini disabili. Dico questo con tranquillità anche perchè, in pratica, sono convinto che certi problemi siano meno gravi e urgenti di quanto potrebbe sembrare. Perché… (continua qui).
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