Quel modulo sulla spending review è imbarazzante. Soprattutto per TV e giornali

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Un paio di settimane fa TV e giornali di carta o digitali hanno iniziato a sparare annunci tutti praticamente uguali a questo dal Corriere della Sera (grassetto mio):

Un modulo sul sito del governo pensato per i cittadini con l’obiettivo di aiutare i tecnici a individuare gli sprechi e le spese futili. È l'ultima iniziativa dell’esecutivo che ha inserito sul suo indirizzo web una sezione apposita denominata “Esprimi la tua opinione”

Quell’iniziativa è abbastanza desolante, per motivi che spiegherò fra un attimo, ma è ancora più desolante il modo in cui, se non il governo stesso, i media l’hanno presentata e accettata.

Ancora con i moduli?

In moduli come quello in questione, l’utente può scrivere quello che vuole, come vuole, senza essere costretto a stare in tema o almeno ad assegnare una qualche categoria predefinita.

Certo, sono semplicissimi da usare, ma con sistemi del genere si ha la certezza di finire come i post sul blog di Grillo, in cui qualunque sia l’argomento arrivano sicuramente migliaia di commenti su tutto, dalle scie chimiche al Titanic, separabili solo a mano. Abusarne è facilissimo, è deprimente l’ingenuità di asserzioni come:

“la partecipazione degli italiani è stata enorme…Una media di un messaggio ogni due secondi… un flusso costante, anche durante le ore notturne”

95000 segnalazioni significa meno di un italiano su 600. A parte questo, chiunque vuole mi scriva, che gli spiego in un attimo un segreto di Pulcinella: come inviare automaticamente migliaia di messaggi all’ora da moduli come quello, con programmini semplicissimi. Tant’è che lo stesso articolo poi nota sorpreso “Circa 1/6 dei messaggi contengono lo stesso testo. Forse frutto di una campagna organizzata." Di che numeri stiamo parlando, e che valore hanno?

Abusi a parte, mettere in ordine proposte raccolte così è lentissimo e costoso:chi paga i 12 esperti che le leggono? E perché invece di un modulo non è stato usato lo stesso strumento impiegato (dallo stesso Governo…) per raccogliere proposte sull’Agenda Digitale che è quasi altrettanto semplice da usare ma molto più efficiente?

Perché il Governo ha scelto lo strumento digitale più inefficiente possibile per raccogliere proposte dai cittadini sulla spending review? Ha davvero intenzione di valutarle o è solo una mossa alla panem et circenses, bambini andate a giocare lì così vi sfogate senza disturbare i grandi? E non è nemmeno questa la cosa più fastidiosa.

Il “modulo apposito”

Quel modulo sarebbe (vedi sopra) una sezione apposita denominata “Esprimi la tua opinione”, pensata proprio per raccogliere suggerimenti sulla spending review.

In realtà, il modulo a cui si arriva oggi cliccando su “Esprimi un’opinione” dalla pagina della spending review non è altro che una seconda copia di quello generico che su quel sito c’è sempre stato. Provate per credere, andando su Contatti e cliccando su modulo di richiesta informazioni.

Tant’è che quando è stato dato l’annuncio, non c’era nemmeno una copia del modulo. Cliccando su “Esprimi la tua opinione” non si arrivava come oggi su http://www.governo.it/GovernoInforma/spending_review/index.html (nuovo modulo separato) ma su http://www.governo.it/GovernoInforma/spending_review/index.html (il modulo generico preesistente. Se ne volete la prova, basta guardare i link negli annunci su Web copiati ai primi di maggio da quello ufficiale e non più aggiornati, per esempio (scelti a caso):

Il Governo ha presentato una sua pagina generica già esistente da un pezzo, molto poco efficiente (se intende fare sul serio almeno) per sondaggi di massa, come una iniziativa nuova, specificamente pensata per la spending review. O almeno così hanno fatto, abboccando senza ragionare un attimo su quei link e guardare attentamente il sito, tutti i giornali e TV a cui l’ho sentito annunciare finora, che è pure peggio.

Soprattutto perché continuano a osannare quel modulo come fosse un vaccino contro il cancro, ma danno molto meno spazio a cose molto meglio organizzate e almeno altrettanto importanti, come la consultazione pubblica sull’Agenda Digitale oppure il fatto che, oltre a modulini inutili, il Governo ha pubblicato (bravo!) anche dati aperti per facilitare una spending review partecipata. Perché?

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