AGCOM, l'agenzia delle comunicazioni che nel 2012 comunica come nel secolo scorso
Stamattina Paolo, un cittadino italiano, ha scoperto una cosa interessante. In teoria AGCOM, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, consente di denunciare violazioni della normativa di settore da parte degli operatori di telecomunicazioni a tutti, qualunque software usino. Per effettuare tali denunce occorre, dice il sito AGCOM:
- scaricare un file PDF
- aprirlo, con “Adobe Reader versione 9 o successiva (disponibile sul sito del produttore) oppure altro software equivalente, per compilare i campi del modulo contenuto in quel file PDF (è per questo che serve quella versione di quel programma o “altro software equivalente”: con altri lettori PDF più semplici non sarebbe possibile modificare quei campi)
- spedirlo esclusivamente via email, come allegato, a denunce_ugsv@cert.agcom.it
- se l’email non è inviata dalla propria casella di posta elettronica certificata (PEC), occorre allegare la scansione del proprio documento di identità
Quando Paolo si è accorto che quel file PDF “modificabile”, in realtà non è compatibile con il software che usa (che non è certo antiquato) si è giustamente risentito, perché sarebbe ridicolo dover cambiare tutto il proprio ambiente di lavoro nel computer per inviare un modulo, concludendo:
In sostanza, o Acrobat o muerte? Se sì, e' il caso di denunciare la cosa?
In effetti, è ridicolo che Paolo debba incontrare problemi del genere, ma secondo me la cosa da denunciare è un’altra.
Nel secolo scorso, prima di computer, cellulari e Internet, chi voleva denunciare irregolarità alle pubbliche Autorità, doveva:
- recarsi nel relativo ufficio per procurarsi copia dell’apposito modulo
- compilarlo
- spedirlo, preferibilmente per raccomandata con ricevuta di ritorno
- (spesso) allegare fotocopia di un documento di identità valido
Confrontate punto per punto questa lista preistorica con quella più sopra, la procedura di denuncia ad AGCOM nel 2012: è identica! In entrambi i casi abbiamo “prendere copia individuale di modulo, riempire modulo, spedire modulo con copia di documento cartaceo allegata”. Mi verrebbe da chiedere se quando arrivano quei file e quelle scansioni vengono stampati e infilati in qualche faldone, ma ho paura di farlo…
Secondo me è questa la prima, se non unica cosa da denunciare: l’imbecillità intrinseca della procedura, inutilmente novecentesca e altamente inefficiente (anche per AGCOM!), qualunque software e sistema operativo si usi.
Invece AGCOM, o qualsiasi altra PA che voglia ricevere denunce via Internet, dovrebbe dire ai cittadini arrivati sul suo sito:
- clicca qui per compilare la denuncia in un modulo Web sul nostro sito (così ce la ritroviamo anche automaticamente indicizzata e protocollata in un database). Nessun software da avere, basta il browser che stai già usando per vedere il sito, nessun file da scaricare
- firmala con la tua Carta d’Identità Elettronica e/o con la tua Carta Nazionale o Regionale dei servizi, quelle per cui abbiamo già sprecato, visto quanto ce le fanno usare, almeno 60 milioni di Euro
In AGCOM, invece, sembra quasi che invece di pensarci abbiano semplicemente detto “lavoreremo con computer e Internet solo ed esattamente come facevamo prima di computer e Internet”. Come la LaIT, l’agenzia di “innovazione tecnologica” che non ti da' un suo contatto email.
Usare i computer come se fossero solo come supermacchine da scrivere e fotocopiatrici (come fanno fare anche tanti insegnanti, NdR), è quasi sempre altamente improduttivo, se non dannoso. Ma quando lo fa un’agenzia pubblica nella cui missione ufficiale è (grassetto mio):
“Pregiudiziale a ogni altro obiettivo … l’innovazione tecnologica, destinata ad arricchire il quadro delle risorse disponibili, a innestare nuovi processi produttivi, a favorire la formazione di nuovi linguaggi e l’alfabetizzazione dei cittadini verso la società dell’informazione."
la cosa mi pare quasi scandalosa. Che dite, visto che si parla di comunicazioni, li denuncio all’AGCOM?
PS: la presentazione di AGCOM dice anche che è compito dell’Autorità “tutelare i consumi di libertà fondamentali dei cittadini”. Esatto, i “consumi”, come se le libertà fossero roba che si compra un tanto al chilo al mercato, che possono graziosamente concederti “due per tre” in offerta speciale eccetera. Ma ne parliamo un’altra volta.
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