Senatore che ha capito niente (o tutto?) di Internet vuole distruggere giornali ed editori

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Guido Scorza boccia come folle e anacronistica la recente “geniale” proposta del senatore Alessio Butti (Pdl): permettere di “utilizzare” online l’informazione proveniente da riviste e giornali solo a chi ha raggiunto un “preventivo accordo con le associazioni maggiormente rappresentative degli editori”.

In pratica, (leggetevi la spiegazione di Scorza per i dettagli) per come è formulata, con questa proposta di Alessio Butti si rischierebbe di non poter nemmeno riassumere, indicizzare o far circolare il link (per esempio annunciandolo su Twitter) di un articolo letto suriviste o giornali.

Scorza dice che questa “proposta” è un attacco alla libertà di espressione che solo un folle o un nemico del futuro potrebbe concepire. E ha ragione. Forse, però, quelli che Alessio Butti vuole far sparire non sono i liberi cittadini che commentano o segnalano le notizie che leggono, ma solo gli editori.

La copia integrale di pagine di altri già interamente disponibili online, a meno che non ci sia l’esplicito permesso o richiesta di farlo degli autori, è una cosa cretina da evitare e combattere, anche quando non avviene a fine di lucro, per ragioni che col diritto d’autore in fondo nemmeno c’entrano. Ma qui la cosa è diversa. Questa, dicono, è l’economia dell’attenzione, l’epoca della content curation.

In questo mondo, rendere illegale a chi non ti ha chiesto e ottenuto in anticipo il permesso di farti pubblicità a spese sue non è solo inaccettabile censura, è da imbecilli autolesionisti. Chi fa solo un estratto dei tuoi articoli, li indicizza o ne annuncia il link su Twitter, Facebook e compagnia, invoglia a scoprirti e leggerti altra gente che magari altrimenti non ti avrebbe mai scoperto.

Ci sono buone probabilità che le testate che si “avvantaggerano” del DDL proposto da Alessio Butti vedano un drastico calo dei lettori. Perché questo accada, basterà evitare sistematicamente di citare e commentare le loro pagine, cosa facilissima perché tanto ci sarà quasi sempre qualche altra fonte delle stesse notizie. Certo, non sempre, ma abbastanza spesso da creare seri problemi a chi vorrà “proteggersi” con questo DDL.

Ho quasi il sospetto, o forse solo la speranza, che in realtà l’obbiettivo di Alessio Butti sia proprio quello di far distruggere, con le loro stesse mani, gli editori che ancora non hanno capito niente di Internet. Se è così, forse dovremmo appoggiarlo, non boicottarlo. Dacci dentro, Butti!

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