Il giorno che la Terra morì. Di cloud computing
Il cloud computing (letteralmente “usare software nelle nuvole”) è di gran moda oggi: tutti vogliono farci trasportare le nostre vite digitali nelle “nuvole”, cioè in un nuovo paradiso di file e programmi che stanno sul computer di qualcun altro, liberandoci da seccature come installare, configurare e aggiornare software, fare copie di sicurezza dei dati e così via. Il cloud computing non è fantascienza: se avete un account Gmail o Facebook lo state già usando.
Certo, questo modo di usare i computer ha parecchi vantaggi, ma in quella nuvola ci sono anche alcuni rischi, potenzialmente abbastanza seri. Questo rapporto pubblicato nel 2021 da' un’idea di cosa potrebbe succedere, nel caso peggiore:
All’inizio del 2021, tutti i Governi, Università e aziende del mondo, nonchè tutti i servizi pubblici di ogni paese, si erano trasferiti nella nuvola. Lo stesso avevano fatto tutti i libri, film, musica e progetti di ingegneria prodotti nei decenni precedenti. Con i costi dell’energia in continuo aumento, i fornitori della nuvola si erano ritrovati praticamente costretti a concentrare tutti i dati in sempre meno centri di calcolo, sempre più grandi e quindi sempre più efficienti energeticamente, anche perché vicinissimi a centrali di vario tipo. Secondo alcuni esperti, l'85% dei dati e del software di tutto il mondo era concentrato in 23 centri giganteschi, sparsi su tutto il globo.
Poi, un giorno del 2021, 23 terroristi distrussero il sapere collettivo dell’umanità in meno di un minuto, lanciando simultaneamente 23 bombe su quei centri. Il loro atto distrusse anche tutti i servizi pubblici, dalla sanità ai trasporti, ai controlli delle reti energetiche e alle previsioni meteo, che ormai vivevano interamente nella nuvola costituita da quei centri. Nell’inverno successivo, un miliardo di persone morì di fame.
Scenario interessante, vero? Se leggete l’inglese, potete leggere l’articolo integrale di Andy Updegrove, di cui questa pagina è solo un brevissimo riassunto: Avoiding a Cloud Computing Armageddon.
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