Il car sharing funziona, ve lo dice chi l'ha provato

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In Italia, anche se andassero tutte ad aria o a qualsiasi altro carburante ugualmente ecologico e inesauribile, non c’è più posto per usare le automobili decentemente. Inoltre, i loro costi di gestione diventano sempre più pesanti per tante famiglie. Il car sharing è un modo di usare l’automobile molto intelligente, non sempre utilizzabile al di fuori dei centri urbani, ma interessantissimo. Car sharing significa, più o meno, abbonarsi a una società che possiede tante automobili e usarle a turno con gli altri iscritti. Il car sharing, come vi sarà chiaro fra poche righe, non è autonoleggio ma qualcosa di diverso che può costare molto meno: in un certo senso, è come se fosse una cooperativa di possessori di automobili. Purtroppo il car sharing è ancora sconosciuto o quasi in Italia. Poiché all’estero c’è già chi lo usa con grande soddisfazione, eccovi la sua storia.

Quella che segue è la mia traduzione, fatta e pubblicata qui col consenso dell’autore, di un post di Frugal Urban, un blogger di Ottawa che pratica quella che in Italia alcuni chiamerebbero decrescita e molti altri semplicemente “vivere bene, semplicemente, in maniera intelligente”.

La curva di apprendimento di Vrtucar, di Frugal Urban

Poiché ci eravamo stufati di andare sempre a piedi a fare la spesa e di pagare troppo di autonoleggio (per non parlare del fastidio di fare ogni volta fila in qualche agenzia), poco tempo fa abbiamo deciso di iscriverci a Vrtucar. Si tratta di una organizzazione di car-sharing qui a Ottawa, che offre ai suoi membri l’accesso a una flotta in continua espansione di veicoli per soddisfare tutte le loro esigenze.

Sono contento di avere aderito? Assolutamente. Ci sono stati problemi? Certo! Per questo sono qui, per spiegare in base alla mia esperienza sia i vantaggi del car sharing di Vrtucar, sia la sua curva di apprendimento, cioè quanto è difficile imparare a usarlo bene. Se c’è un programma di car sharing nella vostra città, è probabile che molti di questi punti si applichino anche a quel programma. Le frasi in grassetto sono evidenziate da me.

I dettagli noiosi ma importanti del car sharing

In pratica, con il car sharing di Vrtucar si paga in momemti diversi e secondo quattro diversi criteri. Per cominciare, c’è un deposito anticipato di 500 dollari (circa 358 Euro al 20/3/2011, NdT. Si tratta di dollari canadesi, come tutte le altre tariffe citate dopo), che va versato al momento dell’iscrizione e viene restituito quando si smette di iscriversi. Non è esattamente un canone, ma è necessario tenere a disposizione. Io mi sono giustificato questa spesa dicendomi che se e quando dovrò comprarmi un auto quelli sono 500 dollari che saranno già a disposizione, senza averli dovuti mettere da parte.

Poi si paga un canone fisso mensile, il cui importo dipende da quanto si usa mediamente il servizio, o meglio da quanto si prevede di guidare (vedi paragrafo successivo). Noi paghiamo 10 dollari al mese (7.15 Euro), che a me sembra abbastanza decente.

Quando poi si usa effettivamente un’auto si pagano due tariffe, una oraria e una a chilometro. Quella oraria è 3.20 dollari (2.29 Euro). Il prezzo al chilometro invece dipende da quale canone fisso mensile si paga. Chi ha scelto il canone fisso mensile più basso avrà un costo al chilometro superiore, chi paga il canone fisso più alto pagherà meno i chilometri.

Non si paga la benzina, non si paga l’assicurazione e non si paga per la manutenzione. Il car sharing non è certo gratuito, ma è molto più economico e più flessibile sia dell’avere un’auto privata sia del prendere continuamente il taxi.

Un altro vantaggio è che non c’è nessuna fila da fare in qualche agenzia ogni volta che hai bisogno di un’auto. Basta prenotare via Internet, anche pochi minuti prima, e andarsi a prendere l’auto. Fatto, semplicissimo.

I vantaggi del car sharing

Vivendo in un centro urbano, noi siamo in grado di gestire abbastanza bene la vita quotidiana anche senza un’automobile. Ma a volte vogliamo fare qualcosa di speciale, e non tutti i posti “speciali” in cui vorremmo andare sono raggiungibili in autobus o a piedi. È qui che entra in gioco Vrtucar. Il car sharing sta espandendo il nostro mondo, permettendoci di fare cose più interessanti e varie, soprattutto quando abbiamo la possibilità di fare qualcosa di famiglia, tutti insieme.

Il car sharing è utile anche per fare certi tipi di acquisti, come andare al grande centro commerciale dall’altra parte della città o in qualche grande magazzino da cui cui si torna carichi di scatoloni. Alcuni di quei negozi non sono certo utilizzabili andandoci in autobus, e qualche volta sono io che non ho affatto voglia di tirarmi dietro sui mezzi pubblici articoli di grandi dimensioni.

Il fatto che si debba pagare a tempo per utilizzare l’auto in questo modo significa anche che non sei incoraggiato a fare shopping come quando hai un’auto a disposizione gratis. Quando ce l’hai, che sia la tua o una presa a nolo col sistema tradizionale per cui manca ancora mezza giornata alla consegna, ti puoi ritrovare a dire “Hey, visto che abbiamo un’auto e non sappiamo che fare, andiamo a cercare qualcosa di carino da Ikea anche se non ci serve davvero”. Col car sharing questo non succede più.

Poiché nemmeno i chilometri sono illimitati, vengono scoraggiate anche le commissioni “a catena”, cioè il cercare di fare più cose possibile con un giro solo in macchina, anche quando alcuni punti sarebbero raggiungibili in un altro momento con i mezzi pubblici. Certo, fare tutto in auto in una volta sola potrebbe essere efficiente, ma può anche portarti giornate intere piene di giri da un luogo ad un altro, che personalmente mi lasciano sempre svuotato e scontroso.

La seconda parte della storia di Frugal Urban, che contiene i suoi trucchi pratici per usare felicemente il car sharing, è qui .

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