Blu-Ray, una trappola per la creatività e la condivisione
(questa è una mia traduzione, pubblicata con la stessa licenza dell’originale cioè CC BY-SA 3.0, di una parte di un bell’articolo di Terry Hancock su come sfuggire ai pericoli del Blu Ray
A livello etico le politiche di licenza dei brevetti Blu-Ray sono un pantano di corruzione monopolistica, propagate da un cartello industriale assolutamente antitetico alla libertà del software o dei contenuti. Ecco un breve riassunto della trappola che è stata tesa con il Blu-Ray:
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La tecnologia di riproduzione dei dischi Blu-ray è sotto brevetto, quindi non si possono costruire masterizzatori di quel tipo senza firmare accordi con la Blu-Ray Disc Association (BDA) (che è dominato da Sony (la stessa azienda, per chi se lo fosse dimenticato, che aveva infilato una specie di virus nei suoi CD musicali
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Tra i termini di questa licenza c’è un requisito che i masterizzatori aggiungano un software obbligatorio di cifratura e controllo chiamato AACS, insieme a un marchio che costituisce la chiave per decifrare (“BD-ROM Mark”), sui dischi che masterizzano
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Grazie all’introduzione di quella chiave, il disco non può essere letto, almeno non se si utilizza il software di cui sopra
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Dal momento che si sta utilizzando AACS, cioè una tecnologia brevettata, si è tenuti a pagare un canone per il suo utilizzo (Sì, anche se non avete intenzione di usarlo per bloccare i vostri dati)
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Queste tariffe sono piuttosto alte, almeno per piccole tirature di dischi e naturalmente premiano Sony, incoraggiando la produzione di sistemi ancora più restrittivi
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Ancora più importante, producendo dischi Blu-Ray agisci come un burattino di Sony, affibbiando il suo software su chiunque vorrà vedere quel tuo disco. Il software AACS è stato progettato, tra le altre cose, per infettare i lettori Blu-Ray con “aggiornamenti” che possono, fra le altre cose, revocare le chiavi necessarie per leggere i dischi, e quindi impedirne la riproduzione, in base ai capricci della BDA
Ora, naturalmente, esistono già soluzioni per craccare, cioè neutralizzare, tutte queste procedure. Il problema del Blu-Ray è che la sua protezione anticopia non può essere troppo forte, altrimenti decifrare i dischi richiederebbe tanto tempo da rallentare la visione dei film sul televisore. Per violarla c’è voluto poco, quindi in realtà è possibile vedere film Blu-Ray con MythTV e altri sistemi Home Theater per PC (HTPC) che girano su Linux. L’unico problema è che la lettura dei dischi potrebbe non essere abbastanza veloce per vederli in tempo reale, costringendo l’utente a fare una copia decodificata del film sul disco rigido, prima di vederlo sul monito.
Tutto questo significa che sarebbe possibile pubblicare in formato Blu-Ray film comunque utilizzabili con Software Libero. Tuttavia mi piacerebbe davvero che tutti noi produttori di film non contribuissimo a opprimere in questo modo chi apprezza le nostre opere. E provo molto risentimento verso BDA, per i suoi prepotenti tentativi di BDA di costringere me a lavorare per loro.
Il DRM (Digital Rights Management, cioè sistemi per il controllo anticopia, NdT) nel mercato dei DVD è già di suo un’idea abbastanza sballata, ma almeno è possibile scegliere di non usarlo. Ma quando chi produce l’hardware fondamentale di cui non puoi fare a meno per pubblicare i tuoi lavori ti costringe a mettere i suoi sistemi di controllo anticopia sui tuoi lavori, oltrepassa un limite che a me proprio non piace.
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