Avete VISTO perché i dati pubblici dovrebbero essere aperti?

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Dal 15 marzo 2011 è disponibile online VISTO (Visualizzazione Interattiva della Stima dei Tempi delle Opere): “uno strumento interattivo realizzato dall'UVER (Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici), che fornisce la stima dei tempi di attuazione di un’opera pubblica articolati nelle singole fasi procedurali che ne compongono il percorso attuativo”.

Secondo il sito ufficiale, a partire dai dati di monitoraggio degli interventi, che vengono sintetizzati attraverso appositi modelli, VISTO calcola in tempo reale un intervallo per la durata delle principali fasi attuative (tre livelli di progettazione, affidamento, lavori) di una generica opera pubblica in funzione delle sue principali caratteristiche: costo, settore, localizzazione, ecc. Per saperne di più c’è una lista di Domande Frequenti abbastanza completa e dettagliata.

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In pratica, chiedendo informazioni a VISTO sugli appalti pubblici di un certo importo in una certa provincia (negli esempi che vedete qui è stata scelto un milione e mezzo di Euro su Roma) si ottengono schermate semplici e accattivanti, oppure file PDF da scaricare che riassumono la durata tipica, minima e massima di quel tipo di appalti in quella parte d’Italia.

VISTO è un servizio molto utile (grazie ai suoi autori!) ma allo stesso tempo (e certo non per colpa dei suoi autori!) è anche un’ottima dimostrazione dei limiti del modo standard di costruire servizi pubblici digitali, in Italia e in tanti altri paesi.

Come fa VISTO a rispondere alle domande fatte dai cittadini tramite i loro browser? Analizzando il contenuto (vedi le Domande Frequenti) “delle principali banche dati sugli Investimenti Pubblici (banca dati degli APQ - Accordi di Programma Quadro e banca dati sui contratti pubblici dell’AVCP – Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici) che si riferiscono ad oltre 40.000 progetti." E qui sta il limite.

Se qualcuno al Ministero del Tesoro ha capito che i riassunti sintetici di certi dati sono utili ai cittadini e ha trovato i soldi per chiedere e leggere quei riassunti online, questa è un’ottima cosa. Però i dati usati per generare tutti quei bei diagrammini e tabelle sono dati pubblici. Ben venga il portale VISTO, ma perché non vengono messi a disposizione online anche tutti quei numeri?

La differenza non è affatto formale. Verificare gli appalti tramite un sito come VISTO equivale a chiederlo a un impiegato pubblico che, invece di farti leggere le tabelle, va in un’altra stanza riservata a consultarle per te, fa' i calcoli, disegna i diagrammini corrispondenti e poi torna allo sportello per consegnarti solo il risultato del suo lavoro. E se si fosse sbagliato? E se io cittadino volessi combinare gli stessi dati grezzi (PUBBLICI) in modi diversi da quelli che lui è stato addestrato a calcolare? E se volessi combinarli con mappe digitali o altri dati di altra origine, per capire ancora meglio come stanno le cose? Perché non si può fare, ma bisogna per forza limitarsi a quello che VISTO è capace di produrre, senza nemmeno poter verificare se ci sono errori?

Se invece i dati grezzi che VISTO usa per fare i suoi calcoli e disegni fossero tutti direttamente accessibili via Internet (e perché non dovrebbero esserlo? Sono o no dati pubblici pagati da noi contribuenti per servire a noi, che non hanno nemmeno problemi di privacy?) che succederebbe?

Che allora qualunque privato cittadino, associazione di categoria, Camera di Commercio, magistrato, giornalista eccetera, potrebbe usare VISTO oppure qualsiasi altro programma per analizzare quei dati e collegarli ad altri come fa comodo a LUI, a spese sue, non negli unici modi che i programmatori di VISTO hanno ritenuto utili. Sarebbe un male?

Vale quindi lo stesso discorso già fatto sui dubbi su quanto vivono effettivamente gli Italiani: perché i dati di VISTO e in genere tutti i dati pubblici prodotti e usati dalle Pubbliche Amministrazioni che non creano problemi di privacy non vengono sempre pubblicati su Internet?

PS: ricordate di pretendere dal vostro Comune e dalla vostra Regione che partecipino al questionario online sull’apertura dei dati nelle PA locali!

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