Se i conti bancari fossero trasparenti e Open Source, avremmo meno bisogno di Wikileaks

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Le banche sono importanti. L’attuale crisi economica mondiale è dovuta in buona parte a mancanza di trasparenza nelle operazioni bancarie e finanziarie. I primi bersagli di Wikileaks nel 2011 potrebbero essere proprio alcune banche. Ma in mezzo a tutto questo c’è un piccolo gruppo di attivisti che sta cercando di risolvere alcuni problemi legati al sistema bancario in modo (Open Source, fra l’altro) che potrebbe rendere meno necessarie certe fughe di notizie da Wikileaks.

Ho già scritto in un’altra occasione di tutte le discussioni su un mondo più aperto all’Open World Forum, ma in quella conferenza ho incontrato anche Simon Redfern, sviluppatore del Progetto Banca Aperta (in inglese Open Bank Project o OBP per brevità). Anche se in quell’occasione abbiamo potuto parlarne solo per pochi minuti, Simon mi ha detto abbastanza per lasciarmi con la voglia di saperne di più.

Il Progetto Banca Aperta sviluppa un software libero, Open Source, chiamato OBP API. API in inglese significa Application Programming Interface ma è un termine molto meno complicato di quanto sembra. In generale, un’API non è altro che un pezzo di software e/o una serie di regole che molti programmatori indipendenti possono inserire nei loro programmi software, in modo che questi ultimi possano parlarsi direttamente. Software libero, o Open Source significa invece che si tratta di software che chiunque abbia le competenze tecniche necessarie può esaminare da cima a fondo, modificare, usare e ridistribuire gratis, per qualsiasi motivo e senza chiedere permessi a nessuno. Un vantaggio enorme di tutto il software di questo tipo è che, proprio perché chiunque può controllare come funziona, non può dire che fa una cosa e invece farne un’altra.

Chiarito questo, cos’è che fa questa OBP API? Simon mi ha spiegato che serve per “esporre al grande pubblico e a qualsiasi programma software le transazioni bancarie”. Tradotto in linguaggio normale, questo significa che OBP può fare qualcosa di incredibilmente potente: il titolare di un conto corrente gestito con software che usi la OBP API può fare in modo (se e quando lui lo decide, ovviamente) che chiunque, oppure soltanto alcune persone di sua scelta, vedano alcune delle operazioni su quel suo conto corrente in tempo reale attraverso Internet.

Sì, avete letto bene. OBP è una tecnologia che permetterà agli elettori di dire a qualunque candidato o partito “visto che il tuo programma parla di trasparenza, se vuoi il mio voto fammi la cortesia di configurare il tuo conto corrente in modo che io possa sempre sapere subito, via email, quanti soldi prendi e da chi”. Interessante, no?

Quando ho capito di che si trattava, ho chiesto a Simon di raccontarmi com’è nato il progetto, e questo è ciò che ha risposto:

Simon Redfern: Circa cinque anni fa ho iniziato a pensare seriamente alla corruzione. Non ricordo esattamente quando e come è successo - non è stato un processo preciso - ma a un certo punto mi è venuta improvvisamente l’idea di un nuovo tipo di banca che offrisse conti correnti aperti, le cui operazioni fossero visibili a chiunque. Quell’idea originale poi si è evoluta.

Inizialmente pensavo di voler tenere l’idea segreta, per cercare di svilupparci un qualche modello di business con cui guadagnarci, perciò non ne ho parlato con molte persone. Però le persone con cui ne parlavo rispondevano con molto entusiasmo, e un mio amico inglese mi suggerì di creare una specie di “protocollo di comunicazione” di queste informazioni, in modo che l’idea potesse essere applicabile da qualunque banca.

Poi nel 2008, mentre ero ad Atene per lavoro, ho notato per le strade parecchi cantieri con fuori dei cartelli che dicevano “progetto finanziato dall’Unione Europea”. Ma quando, tutto contento, l’ho raccontato a un amico quello mi ha risposto: “Sì, Simon, ma sapessi quanta corruzione c’è in quegli appalti!”. A quel punto ho ricominciato a pensare seriamente al mio progetto. E due anni dopo, come ormai sappiamo tutti, la Grecia ha fatto bancarotta.

Nel 2010 però io avevo imparato i principi di funzionamento generali delle API nel software. La mia azienda, TESOBE, ne aveva sviluppate alcune per altri due nostri progetti, musicpictures.com e eviscape.com. Oltre a questo, avevo capito che se servizi Web come Flickr o Twitter hanno avuto tanto successo è anche perché hanno creato delle API utilizzabili da tutti. In un certo senso quello che le API fanno è estendere enormemente il numero di persone che lavorano per un’azienda, proprio perchè danno a programmatori al di fuori di essa il software di cui hanno bisogno per creare da soli altri programmi dello stesso tipo.

Nello stesso periodo ho iniziato a capirne di più su questa rivoluzione silenziosa chiamata “Open Source” e ho realizzato che i temi del mio progetto (denaro pubblico, corruzione eccetera) erano troppo importanti e richiedevano una partecipazione talmente grande da non poter fare a meno della comunità Open Source.

Il desiderio di combattere la corruzione è stato il catalizzatore iniziale del progetto. Oggi però OBP è senza dubbi anche un modo e una filosofia nuovi, più semplici, più aperti e anche più interessanti di fare business e di sviluppare software per applicazioni finanziarie.

Marco: Congratulazioni a Simon e auguri a OBP! Personalmente non so se la società umana nel suo complesso è mentalmente pronta per un mondo in cui tutti i conti correnti, ovunque, siano completamente aperti. Però sarebbe davvero interessante se l’uso di conti correnti OBP diventasse obbligatorio per tutte le Pubbliche Amministrazioni e le aziende con cui hanno rapporti, oltre che per tutti i partiti politici.

Nota per i lettori: secondo Simon, la versione italiana del sito Open Bank Project dovrebbe essere online a partire da domenica 12 dicembre 2010. Se doveste avere qualche domanda che non può aspettare, fatela nei commenti e penserò io a inoltrarla a Simon e pubblicare qui la sua risposta.

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