Un volantino che aiuta (suo malgrado!) a riflettere sulla pirateria musicale
Qualche tempo fa un amico mi ha chiesto un parere su questo volantino contro la pirateria musicale:
che ha ricevuto, a quanto ho capito, nella newsletter di un negozio di informatica, articoli musicali e tante altre cose che dalla sua nascita è “in prima linea a sostenere soprattutto la legalità in un settore che molto spesso si presta a operazioni di contraffazione e pirateria”. Personalmente, la forma del messaggio mi sembra un po' infelice e controproducente. Il contenuto, invece, è senz’altro utile per riflettere seriamente su questo argomento.
La forma del volantino…
I messaggi email circolari in formato HTML, contenenti solo una immagine che contiene solo testo, vengono filtrati automaticamente come spam da parecchi server e fanno pagare più del dovuto tutti i destinatari che pagano l’accesso a Internet a consumo, come ho già spiegato abbondantemente in una Guida alla Posta Elettronica in pubblico. Formato a parte, il volantino definisce anche come “scena surreale, a dir poco raccapricciante” una passeggiata in bici senza auricolari. Personalmente, ritengo che una passeggiata in bici o a piedi senza auricolari sia l’unico modo di godersi davvero la passeggiata stessa e, almeno in città, di muoversi in sicurezza. Chi va in giro con gli auricolari, a meno che non abbia abbastanza maturità e autodisciplina, non sente clacson e altri rumori che potrebbero aiutarlo a non finire sotto un camion. Quindi l’esempio della passeggiata è come minimo controproducente: io e tantissimi altri non ci sentiamo certo anormali (anzi) perché non ci tappiamo le orecchie con le cuffiette ogni volta che mettiamo il naso fuori casa.
…e la sostanza
Entrando nel merito, che la pirateria a scopo di lucro, cioè la VENDITA di materiale piratato e solo quella sia una perdita effettiva per la “industria” è innegabile. Se quel volantino significa che chi lo ha spedito si rifiuta di (ri)-vendere nel proprio negozio, anche se magari è l’unico a fare così in tutta Italia, Cd piratati prodotti industrialmente, tanto di cappello. Anche se lo fa per motivi e presupposti, o lo dice in modi, che a me non sembrano particolarmente fondati o efficaci. Bravi e grazie, davvero.
Chiarito questo:
- bisognerebbe capire seriamente quanto sia grande il danno e per chi, anziché prendere ciecamente per buone le cifre di parte diffuse dai discografici, vedi ad esempio questa analisi
- tutto quel volantino parla solo di chi pirata per rivendere, non del ragazzino che fa gratis la copia del CD del padre per regalarla a un amico
- metterla sul piano della “protezione dei poveri consumatori” fa sorridere, a meno che non si voglia parlare solo di chi vende copie illegali allo stesso prezzo di quelle ufficiali. Primo perchè qui non si parla di mozzarelle blu che mandano all’ospedale, in quanto la copia è buona quanto l’originale. Poi perché le “vittime” cioè i consumatori finali di pirateria non sono quasi mai ignari, anzi sono consapevoli, ben contenti di risparmiare e pure orgogliosi (anche se si stanno fregando con le proprie mani!).
Con questo non voglio dire che la copia illegale indiscriminata di musica e film vada bene, anzi! Secondo me è una cosa che può causare danni concreti, anche quando non avviene a scopo di lucro, e quindi dovrebbe terminare perché molto spesso è stupida e controproducente, prima ancora che illegale, sia per autori/artisti che per gli utenti finali. Il volume di file scambiati illegalmente ma senza alcuna necessità effettiva è uno dei fattori che ha reso così facile per le industrie stravolgere le leggi sul diritto d’autore.
Quanto a rivenditori e distributori… Se c’è un motivo per combattere la pirateria è, credo (e dopo aver verificato la connessione fra i due fatti!), il massimizzare la produzione e disponibilità delle opere creative di qualunque genere, non solo musicali: aiutando soprattutto i CREATORI, prima di distributori e altri intermediari ormai tagliati fuori dai tempi. Se è giusto fare la spesa a km zero e accorciare le filiere per ridurre i costi finali facendo guadagnare di più i (piccoli) produttori, perchè non lo è pagare la musica nuova sempre, ma molto meno di oggi e direttamente ad artisti e autori, visto che oggi è tecnicamente possibile comprare direttamente da loro via Web?
Oltre a questo, se le multinazionali che, come dice il volantino, “ogni anno investono centinaia di miliardi per lanciare nuovi talenti” potessero fare come vogliono, cioè computer con DRM e Internet senza neutralità, rivenditori e distributori indipendenti sparirebbero lo stesso. Inizialmente mi ero chiesto se questo fatto della vita è chiaro a chi ha inviato il volantino. Dopo, notando quanti tipi diversi di prodotti vendono, mi è parso ovvio che l’abbiano già capito benissimo da soli che “rivenditori e distributori” di solo materiale audiovisivo digitale hanno i giorni contati, specialmente se piccoli. Per via del progresso tecnologico puro e semplice, con o SENZA pirateria. Ma allora, perché spedire volantini del genere?
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