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Ancora su chi davvero ti spia dentro Facebook

Tempo fa ho visto su Facebook un post che diceva (riassunto mio): “c’è un bambino con grave deficit neurologico e c’è un gruppo Facebook “degli amici”, aperto solo a loro in cui quotidianamente la madre pubblica sforzi, esercizi, pianti, difficoltà e piccoli successi con video dettagliatissimi ripresi “live”: dalle visite mediche agli esercizi quotidiani. Tutti video che rimarranno lì per sempre: anche quando sarà grande, si sposerà, reclamerà forse il suo diritto ad una privacy mai avuta rispetto ad una malattia messa in piazza.

deportazione degli insegnanti, chi se la ricorda?

E chi si ricorda questa SINGOLA domanda che feci in proposito, due anni fa? Beh, leggete qui. Quell’articolo (di giugno 2017, ma non ho avuto tempo di scriverne prima) è la prova che se all’epoca una perizia del genere l’avessero pretesa, da SUBITO, senza distrarre con chiacchiere strappalacrime, senza compromessi, TUTTI gli insegnanti e TUTTI i loro sindacati, anzichè solo Gilda (della cui perizia all’epoca non sapevo nulla, l’ho scoperta molto dopo)…

Adozioni, email e (in)competenze digitali

SE (se) questa storia sulle adozioni è andata davvero come riporta questo articolo, è davvero intollerabile. Ma da diversi lati e in diversi modi, mica uno solo.

Bufale su Web, ecco quali DOVETE pubblicare

L'UNICA bufala che potete pubblicare sul Web, perché nessuno potrà mai, mai smentirvi, è questa:

Da CHI volete difenderli, i figli, su Facebook?

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Ho scoperto solo oggi, perché ha ricominciato a essere condiviso, un articolo del 2014 su privacy e minori che, in un certo senso, fa più danno che altro: “Perché METTO le foto dei miei figli online”. I modi in cui fa danno sono due.

Il primo è che confonde Facebook con Internet, o come minimo non aiuta chi già li confondeva. Ma il problema vero è che (tanto quanto l'articolo che sostiene la tesi opposta!) nemmeno sfiora la prima cosa da sapere su Facebook o qualsiasi altro ambiente online che funzioni nello stesso modo.

È ora di scrivere le leggi come il software

Gli Italiani lasciano scrivere e discutere le loro leggi con un sistema idiota, che infatti è regolarmente sfruttato per creare problemi. Anche se una soluzione già applicabile esiste da trent’anni. Parlo del sistema che rende possibili cose come queste, tanto per citarne due recenti: