La verità? Devono dircela loro

Diceva Repubblica, a proposito di bufale e di chi ci casca, che il signor Felice è sinceramente pentito per aver rilanciato su Facebook una bufala sulla sorella della Presidente della Camera Laura Boldrini. Leggendo l’articolo, è facile convincersi che il signor Felice fosse in buona fede. Cioè che fino a quel momento non immaginasse nemmeno che c’è gente che le bufale su Facebook le sparge per mestiere. Ora lo ha saputo, e andrebbe tutto bene a meno di un particolare:

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A me quel che spaventa di più non è quel che il signor Felice ha fatto, e che ha già capito essere sbagliato. È quel che sta per fare, e quello che si aspetta ADESSO. Al giornalista che gli chiede se “farà qualcosa per evitare di cadere ancora nella trappola dei fabbricatori di bufale?" il signor Felice ha risposto:

“Scriverò a Facebook protestando per il fatto che fanno girare notizie false. Come facciamo noi che non abbiamo strumenti a distinguerle dalle vere? Devono dircelo loro, altrimenti per colpa di altri facciamo la figura dei cretini”

“Devono dircelo loro”. Ci dicano loro cosa è vero e cosa no, che sicuramente possiamo fidarci che “loro” non diranno nulla di falso, o che non diranno solo ciò che a “loro” fa comodo. Così non va bene per niente. Bufale e “fake news” vanno combattute, ma accettare a priori il “loro” giudizio su quel che è vero o falso, chiunque siano “loro”, è una delle cose meno sensate che si potrebbero fare. O no? Che facciamo, lo chiediamo a “loro”?