Quando i presidi si sceglieranno i docenti. Su Facebook

In questi giorni si parla moltissimo del nuovo DDL sulla scuola. Fra le critiche, particolarmente forti sono quelle sulla “vera rivoluzione nel ruolo del dirigente scolastico “ che (mio collage di citazioni a caso da Internet):

  • deciderà tutto da solo o quasi
  • chiamerà direttamente i docenti in base al loro curriculum e alla loro “affinità” con il suo (del dirigente) progetto di scuola
  • addio graduatorie, che avran fatto danni, ma almeno uguali per tutti
  • stabilirà lui quali aumenti concedere a quali docenti, non si sa con quali criteri

L’argomento è vastissimo, comunque la si pensi sul DDL, ma una cosina piccola piccola sul preside/manager/padrone prossimo venturo vorrei comunque condividerla, con tutti i docenti e i genitori.

Ammettendo che vada come sopra, potete giocarvi quel che volete che i presidi si sceglieranno i propri docenti ANCHE in base a come questi ultimi si presentano online. Cioè da cosa scrivono su Facebook, sia nelle loro bacheche sia nei gruppi a cui sono iscritti, e in generale a quanto viene fuori cercandone nome e cognome su Google.

Tecnicamente, a quel punto, Facebook (o suoi partner commerciali, non le avete lette le clausole quando vi siete iscritti?) potrebbe anche assistere i presidi nella selezione, cioè fornirgli graduatorie stilate anche in base a quanto Facebook sa di ogni docente: cioè in base a quanto lui o lei “non condivide con nessuno”, ma Facebook vede lo stesso. Ma questa è solo una possibilità tecnica, per ora. L’analisi “a mano” di bacheche e simili, invece, avverrà senz’altro, appena i presidi potranno davvero decidere da soli chi assumere.

Come lo faranno? Io, personalmente, se mai dovessi diventare dirigente scolastico e dovessi davvero scegliermi i docenti a chiamata diretta, farei di tutto per NON farmi influenzare da quello che leggerei sulle loro bacheche Facebook, anche se fosse contrario alle mie opinioni. Cioè farei di tutto per non scartare qualcuno solo perché su Facebook vedo subito che è laziale, o vota un partito che a me non piace, o adora musica che a me fa schifo.

Però, se davvero dovessi decidere io chi assumere, e solo in quel caso, bacheche e gruppi andrei a leggermeli eccome, per prendere nota dei docenti che:

  1. proprio non ce la fanno a capire la differenza fra “gruppo Facebook a tema” e la propria bacheca, o fra un blog personale e Internet in generale: se un gruppo ha un tema preciso, le altre cose si discutono altrove. Punto. Non c’entrano niente libertà di parola o la censura. Fare o parlare di tutto dappertutto sarebbe come dire che, visto che posso mangiare quel che mi pare, posso anche entrare in un ristorante vegano e pretendere una bistecca.
  2. se gli fai notare quanto sopra, perché vanno continuamente fuori tema, ti rispondono “ma tutto è collegato”: se insegnaste filosofia, avreste ragione a interrompere la lezione di un collega di un’altra materia con vostre osservazioni o domande, perché tanto “tutto è filosofia”?
  3. postano regolarmente bufale o semplici voci, come cose serie, senza controllarne l’attendibilità, o fornire fonti
  4. postano regolarmente resoconti di qualcosa incompleti e/o di terza mano, anzichè la fonte originale (esempio recentissimo: chi postava i complimenti di Il Giornale al preside che “da solo” avrebbe licenziato un insegnante, quando a cercarsela, la storia originale, era evidente che non lo ha fatto da solo)
  5. spesso non controllano la data di quel che postano (“guardate che succederà l’anno prossimo”, ed è un articolo del 2010)
  6. sparano commenti di 300 parole a qualche articolo postato in un gruppo, da cui è assolutamente evidente che dell’articolo han letto solo il titolo. Forse

io, se fossi un preside che deve assumere a chiamata diretta, i docenti che fanno regolarmente così li chiamerei solo PER ULTIMI, se proprio non avessi altra scelta. Qualunque fosse il loro curriculum. Perché non riuscirei a non avere forti dubbi proprio e solo sulle capacità professionali di quei docenti, cioè le uniche che come preside avrei il dovere di considerare per un’assunzione. Se fai regolarmente così, sarai comunque capace di insegnare come pensare e ragionare rigorosamente, con criterio? O come esprimere giudizi a ragion veduta? In alcuni casi sicuramente sì. In molti altri no, ma io preside come faccio a saperlo prima? Meglio chiamare qualcun altro, no? Per la cronaca, io nemmeno assumerei insegnanti che, dopo averglielo spiegato, pretendessero di lavorare fregandosene degli obblighi che il loro istituto ha in tema di privacy.

Comunque, anche se i miei criteri per scartare certi docenti fossero sballati, di una cosa potete essere assolutamente certi: se i presidi sceglieranno da soli chi assumere, lo faranno anche in base a quel che trovano su Facebook. O a quello che ci han trovato cinque anni prima, in un “gruppo chiuso per soli insegnanti, presidi esclusi”, prima che diventassero presidi. È umano farlo ed è tecnicamente impossibile evitare che accada. Inoltre, essendo Facebook in buona parte di uno spazio pubblico, si potrebbe anche argomentare che è necessario farlo. Perché il comportamento in pubblico non dovrebbe essere valutato, quando si sceglie un educatore che, volente o nolente, sarà anche “maestro di vita” per dei minorenni?