Open Data ed Enti (o Confusione) Inutili

Su Tom’s Hardware ieri è uscito un approfondimento di un altro articolo di Dario Di Vico sul Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Un Ente dichiarato Inutile più volte che però…

“vuole dal Comune di Milano un milione l’anno per poter accedere alla propria banca dati. Un milione per poter controllare se una targa appuntata su una contravvenzione sia giusta e a chi sia intestata la vettura."

ovvero, anche ignorando l’entità della cifra,

“il PRA non solo continua a esistere, ma cerca di mettere la sabbia negli ingranaggi dell’eGovernment, cioè la trasformazione della polverosa burocrazia italica in una macchina (anche) tecnologicamente efficiente. Prendiamo il caso degli open data, i dati aperti e trasparenti delle singole amministrazioni pubbliche. Anche in questo caso il PRA si è messo di traverso e – come racconta oggi Dario Di Vico sul Corriere della Sera in edicola – sta dando filo da torcere al Comune di Milano."

Questo sarebbe il problema centrale sia per Di Vico che per Tom’s Hardware, visto che titolano, rispettivamente (grassetto mio):

  • Open Data addio. Il ministero dei Trasporti fa pagare il comune di Milano”

  • Open Data colpiti e affondati dall’ente inutile PRA”

Però Open Data significa (tra le altre cose) dati accessibili a tutti, via Internet, senza restrizioni. Quindi, nel caso in esame, fare Open Data il “controllare… a chi sia intestata la vettura” permetterebbe a chiunque si apposti davanti alle scuole delle nostre figlie di scoprire in tempo reale dove abitano quando le accompagnamo la mattina (*). Scherziamo? Perché mai questo tipo di dati dovrebbe essere Open?

Certo, è possibilissimo che il PRA pretenda un milione di Euro l’anno da Milano per fornirgli anche altri dati non sensibili, che dovrebbero o potrebbero tranquillamente essere pubblicati, tipo, che ne so, quante auto GPL ci sono a Milano. Ma quei due articoli citano un solo caso ben preciso: chiunque li legga senza già sapere davvero che significa Open Data rischia di uscirne con l’idea che implichi dire a porci e cani dove abita (o quante e quali auto sono intestate alla moglie, anche se lui risulta nullatenente).

Ora, per me il PRA prima sparisce e meglio è, almeno nella forma e con i costi attuali, e per quel che vale pure a me UN MILIONE per QUEL servizio mi pare esagerata. Ma che c’entrano gli Open Data? Far circolare liberamente i dati, al minor costo possibile, FRA Pubbliche Amministrazioni è cosa ottima, per carità, ma non c’entra proprio niente. O meglio: se si fa effettivamente Open Data si ottiene anche quell’effetto, ma non è affatto vero il contrario. Se davvero Milano spendesse un milione di Euro l’anno solo per controllare qualche targa sarebbe ugualmente un caso da denunciare, ma certo non perché quei dati non sono Open. Insomma, perché fare una confusione del genere? Sostituire “Open Data con “Spending Review” in quei due titoli darebbe un’idea molto più precisa di qual è il problema.

(*) sì, è vero: di mille esempi che avrei potuto fare ho preso, senza una vera necessità, proprio quello più morboso. L’ho fatto per sentirmi solo una volta come i giornali veri, che lo fanno sempre :-) Se vi disturba, sostituite pure con “permettere a chiunque di sapere dove venire a ringraziarvi per avergli fregato l’ultimo posto nel parcheggio”, va bene lo stesso.