5 Stelle e Open Data, ancora nulla

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Il Movimento 5 Stelle ha appena annunciato, tutto contento, la pubblicazione online, dei bilanci dei suoi gruppi alla Camera e al Senato. Bravi (sul serio), ma… parliamone un attimo.

Sono almeno tre anni che è diffuso a livello mondiale il movimento cosiddetto degli Open Data, fatto di progetti concreti e standard tecnici aperti, ma soprattutto di regole semplici e buone pratiche. Scopo degli Open Data è promuovere, attraverso apertura e riuso di dati di pubblico interesse e/o di Pubbliche amministrazioni, vera trasparenza e sviluppo civico/economico a tutti i livelli. In maniera molto più efficace e permanente dei vari streaming, che pure un loro senso (quasi sempre) ce l’hanno.

Di quelle regole e buone pratiche per gli Open Data, nei bilanci 5 Stelle annunciati oggi c’è ben poco. Per farla semplice, non sono nè nel formato giusto (cioè uno aperto e davvero analizzabile automaticamente, non PDF) nè soprattutto con la licenza giusta, una che ne consenta il riuso per qualsiasi scopo.

Nonostante in Italia ce ne siano tanti di esperti, oltre al sottoscritto, sicuramente disponibili a dare una mano in questo senso a M5S (o qualunque altra formazione politica, se è per questo).

Perché? L’ho chiesto la prima volta otto mesi fa ci ho riprovato in altre occasioni (una anche di persona, mesi fa, a rappresentanti 5 Stelle del mio Municipio) e lo richiedo oggi:

perché il Movimento 5 Stelle non parla quasi mai di Open Data? Perché, con pochissime eccezioni, 5 Stelle da' proprio l’idea di non sapere nemmeno che quell’altro movimento esiste, visto che, da certi punti di vista, potrebbe sembrare fatto apposta per loro?

Finora, nessuna risposta. Riproviamo. Ah, già che ci sono, anche una risposta a quest’altra domanda sulla “cittadinanza” digitale dei parlamentari 5 Stelle sarebbe gradita.