Pensieri e parole dall'Open Government Summit 2012 a Roma

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Domani a Roma avrà luogo il terzo meeting europeo della Open Government Partnership. Per festeggiare, e come mio microscopico contributo a distanza, metto qui in bella copia quanto ho trovato più rilevante in un altro evento romano recente dello stesso tipo: l’Open Government Summit del 6 novembre 2012.

Domande più o meno maligne

Stefano Epifani: [per fare Open Government] “c’è una piramide: persone, tecnologia, cultura, normativa”

Mia reazione istintiva: e fra quelle cose, quale dev’essere la base della piramide, e quale l’apice?

Emanuele Baldacci: “ISTAT ha fatto applicazione [Open Data] per le scuole”

Io: magnifico, è proprio quel che proponevo l’anno scorso. Ma dov’è questa app? A quasi un mese dal summit non ne trovo traccia online…

Walter Castelnovo: “la Lombardia deve rifarsi il database sanitario perché il Ministero degli Interni non gli vuole dare il suo”.

Io: non sarà anche che la Lombardia (e tutte le altre regioni, ovviamente) non insiste a chiedere quei dati perchè non vuole essere giudicata e per poter appaltare localmente la reinvenzione di qualche ruota?

Citazioni citabili

  • Epifani:
  • Basta doppia rotaia, cartacea e digitale. Diventiamo monorotaia!
  • Voyeurismo è diverso da trasparenza. Prima delle delle auto blu, verifichiamo cosa fa chi le usa
  • Giovanni Boccia Artieri:
  • Noi Italiani se troviamo lista di chi ha i permessi per il centro storico insultiamo chi li ha, non valutiamo il funzionario che li ha concessi a sproposito
  • “La differenza la fa lo storytelling legato al territorio” (io dico già da tempo di focalizzarsi su temi locali SPECIFICI per creare interesse agli Open Data)
  • Alberto Marinelli: no a programmi di formazione faraonici. Intrecciando i settori giusti di PA e Università la formazione costerebbe pochissimo
  • Alessandra Poggiani “Quanti si impegnano per rendere questi discorsi meno puri?” (cfr paragrafo successivo…)
  • Patrice McDermott: non puoi aspettare finché tutto sia perfetto. E devi essere disposto a imbarazzare il Governo

Cose di cui non sentivo il bisogno

  • le solite due p…e così, immancabili a tutti gli eventi di questo genere (ma perché?!?) sui dati che se non sono davvero aperti a 5 stelle sarebbero inutili, quando non fanno addirittura danno. Verissimo, ma è come se un ospedale dicesse “accetteremo malati di cancro solo quando saremo certi di avere LA cura definitiva infallibile, non prima”. Qui la situazione è grave, cominciamo con quel che c’è ma subito, grazie. Trovate ulteriori motivazioni di questo punto qui o nelle ultime citazioni citabili qui sopra
  • gli altrettanto immancabili confronti acido/sognanti (“che bella quella loro costituzione fatta online… A quando anche da noi?") con… l’Islanda: uno stato con appena più cittadini del singolo Municipio di Roma in cui vivo, 21mo nel mondo per alfabetizzazione (noi siamo 47simi.. ), primo o quasi per uso di Internet e banda larga e, soprattutto, un rapporto col suo debito totalmente diverso dal nostro

E il mio applauso finale va…

Il ministro Patroni Griffi ha più o meno invitato, in pratica, a non aspettarsi granchè dai dipendenti pubblici attuali (“Pochi dipendenti vecchi, senza turnover = cambiamenti lenti”). E se quel turnover ci fosse? Perché secondo Marinelli, “l’Università forma bene i giovani, ma se poi loro non hanno occasione di essere assunti nella PA cosa cambiano?" Il mio applauso finale va quindi a Ruta Mrazauskaite, di Transparency International, per il bagno di realtà offerto proprio su questo punto all’intera assemblea:

Ho brutte notizie per voi: io parlo con gli studenti continuamente, e loro hanno gli stessi stereotipi culturali degli anziani. Non pensate che saranno le nuove generazioni a cambiare la Pubblica Amministrazione. Quella è un’illusione, a meno che non li educhiate seriamente all’integrità e cose del genere.