Qualche dubbio sulle reti wireless spontanee

A novembre 2009 ho segnalato l’iniziativa di Ninux, un gruppo di volontari costituitosi per costruire una rete senza fili comunitaria a Roma.

Nello stesso periodo, una persona a cui scrivevo che, pur essendo contento di attività come Ninux, in generale ero diffidente verso “l’idea che chiunque, specialmente in zone densamente popolate, metta in piedi senza alcun controllo o coordinamento con i vicini una rete wireless, per motivi sia sanitari sia tecnici (1)" mi rispose:

Non so se questo ti fara' cambiare idea, ma per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche di un dispositivo wireless, sappi che sono circa 1/30 di quelle di un cellulare... :)

Quella che segue è la mia replica, scritta sempre a novembre 2009, che oggi condivido perché l’argomento mi sembra ancora attuale.

Lo so bene che quelle emissioni sono minori di quelle dei cellulari. Ma a me non ha mai preoccupato l’emissione del singolo cellulare. Se uno passa la vita a parlare al telefonino e per questo si brucia il SUO cervello, affari suoi (ho parlato di questo anche in un altro articolo, non ancora tradotto).

Se (ripeto, SE) invece vivere 24/7 sotto N ripetitori alla lunga può provocare danni anche a chi non il telefonino non lo usa (chi va oggi alle scuole medie in città è stato concepito, portato in grembo e partorito quasi ininterrottamente sotto campo, ha sempre vissuto così e continuerà a farlo) è tutto un altro discorso. Questo nel caso della telefonia mobile.

Certo, reti comunitarie, mesh network, pico celle e via discorrendo significano potenza del singolo ripetitore infinitamente più bassa di quella di una base station GSM, ma anche molti più ripetitori molto più vicini, in aree urbane, anche indoor. Quindi anche in questo caso non mi preoccupo affatto di quanto irradia il singolo access point che potrei avere sulla scrivania e che, come il computer, visto che è uno e che sarebbe spento quando non lo uso. Mi chiedo invece se vivere vent’anni in un condominio in cui cui tutti i ragazzini del palazzo tuo e di tutti quelli intorno mi tengono N router accesi senza interruzione possa causare danni o no.

Ripeto, NON sto dicendo che questa situazione è nociva. Sto dicendo SOLO che mi piacerebbe vedere su questo particolare punto molta più ricerca di quanta mi risulti, invece di misure e dotte discussioni sugli effetti del SINGOLO terminale che non servono assolutamente a nulla.

Una cosa di cui invece mi fido ben poco è la capacità dell’italiano medio (NON dei pochi attivisti entusiasti e competenti di oggi, o di chi lo fa per mestiere) di gestire una situazione del genere nel momento in cui le reti comunitarie diventassero di massa e senza complicazioni legali. Siamo pieni di ragazzini che truccano il motorino e gente che guida ubriaca o molto sopra i limiti di velocità, passa col rosso, parcheggia dove vuole, ristruttura appartamenti fregandosene altamente di chi gli vive intorno eccetera.

Se tutti possono farsi la rete, perché dovrei essere sicuro che nessuno mi punterà addosso un ripetitore modificato senza capirci nulla, col risultato (discorsi sanitari a parte) di impedirmi di lavorare, perché Internet mi serve per campare, finché non ho capito chi è e sono riuscito a buttargli dell’acido sulle antenne?

Forse il paragone non è proprio calzante, ma il fatto che tutti, avendo i soldi, possono comprarsi quante automobili vogliono, senza limiti sulle loro dimensioni e sulla velocità massima di cui il motore è fisicamente capace è uno dei motivi per cui vivere a Roma fa invecchiare prima del tempo. Ho solo spostato questa riflessione al caso delle reti.

Quindi, tanto di cappello a chi fa reti civiche come Ninux. sinceramente. Fanno bene e come vedete HO invitato tutti a venire e informarsi e spero che anche da pressioni come la vostra venga una riforma seria del settore.

Penso comunque che, nel momento in cui si comincerà a scalare, cioè quando questo vorrà diventare un fenomeno davvero di massa (ma è meglio se avviene prima) sarà necessario pensare seriamente ai problemi cui ho accennato, e io ho l’impressione che questo ancora non avvenga, che molti credano o vogliano una liberalizzazione completa delle reti wireless comunitarie senza averci pensato abbastanza. Se non è così e mi sbaglio, tanto meglio! Sul serio.

Nota aggiunta il 2/3/2011: un’altra cosa che mi lascia perplesso è quando si parla di reti civiche wireless come un grande progresso, un esempio da seguire, la soluzione migliore possibile… anche in casi in cui, vedi molti quartieri delle grandi città italiane, ogni casa è già connessa a una rete fissa. Ma non tutti la sfruttano, perchè o non sanno proprio che farci o non possono permettersi i canoni ADSL attuali. Nel primo caso, che la rete sia fissa o wi-fi cambia ben poco, ma non è questo il punto.

Se parliamo di costi, allora aggiungere una rete wi-fi è una necessità, ma non “la soluzione migliore”. Non è una vittoria, è una sconfitta o almeno una ritirata strategica perchè non si riesce a scalzare i monopolisti attuali. Se sono in guerra e il nemico si impadronisce delle mie cucine da campo, accetto di mangiare radici per sopravvivere, non certo perchè le radici siano meglio della pasta e fagioli.

(1) Ne ho anche scritto (in inglese) nel 2008