Smog, traffico, Gheddafi e il bello di Internet

Il bello di Internet è che rende molto più veloce e facile scoprire, se si riesce a isolare almeno una parte dell’enorme rumore di fondo, relazioni importanti fra dati e notizie. Anche, o meglio soprattutto, quelli che appaiono in modi e posti diversi e magari non sembrano nemmeno collegati, a prima vista. Prendete, per esempio, la recentissima esultanza (bipartisan) per la sconfitta di una tassa ingiusta:

_"il Tar seppellisce definitivamente... i pedaggi sul Grande Raccordo Anulare e ancora una volta dà ragione alla Provincia di Roma che si è subito opposta a questa tassa iniqua" `[questa è]` una vittoria dei cittadini contro un grave sopruso... in difesa del sacrosanto diritto dei cittadini di spostarsi senza dover subire tasse ingiuste"_

e provate a collegarla con i dieci giorni di vita l’anno che ogni Romano spreca stando immobile nel traffico e la strage silenziosa delle morti per smog a Roma, di cui riassumo i punti salienti ma vi invito caldamente a leggere per intero:

_"Roma è in cima alla classifica dei decessi causati dalle polveri sottili con 1.508 vittime l’anno, un quarto del totale nazionale"_
_"quella di Roma è un’emergenza legata a doppio filo al traffico veicolare, visto che nella Capitale non si registra un'alta concentrazione di industrie pesanti... il traffico e lo smog, i ricoveri e i decessi per avvelenamento, pesano pesantemente sul bilancio della sanità pubblica"_

Poi mettete insieme a tutta questa roba le attuali perplessità sulle forniture energetiche, oggi quelle di gas dalla Libia, in prospettiva il petrolio del Medio Oriente con tutto quel che comporta per l’economia mondiale e si comincia a vedere, grazie a Internet, qualche filo comune. Uno potrebbe essere quello che i giornalisti della rivista ambientalista americana Grist hanno appena riassunto dicendo “è quasi come se quello che Gheddafi, in effetti, vuole veramente dirci fosse: liberatevi dal petrolio!".

È da anni che riforme serie delle politiche nazionali in tema di energia e trasporti dovrebbero essere fatte con urgenza per ragioni di inquinamento, salute pubblica, produttività e risparmio. Un momento di crisi internazionale alle porte di casa come questo potrebbe essere (mi si perdoni il cinismo) anche quello migliore per far vedere certi collegamenti e far digerire certe riforme anche a tutti quei cittadini cui normalmente certi temi interessano poco.

Teoricamente dovrebbero pensarci i politici, invece di fermarsi a esultare per il blocco di una misura che avrebbe costretto parecchie persone a valutare seriamente, per la prima volta nella loro vita, sistemi di mobilità alternativi e meno nocivi. Però il bello di Internet è che non è indispensabile aspettare che i politici di professione si accorgano da soli di certi collegamenti e li calino dall’alto attraverso la TV: li si può anche aiutare creando una domanda dal basso, facendo circolare link a pagine come questa (o a tanti articoli simili) oppure stampandole e passandole a colleghi e vicini di casa.