Tutti progettisti liberi FIAT. Ma solo in Brasile

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Le concept car sono quei prototipi di automobile sempre avveniristici e strambi, a volte bruttissimi, che le case automobilistiche producono ogni tanto senza nessuna seria intenzione di venderle (tranne quando finiscono, per un orribile disguido, direttamente negli autosaloni: a quel punto le chiamano Multipla e costringono il primo che entra a comprarle (1)). Le concept car spesso servono solo per attirare l’attenzione, cioè pubblicità gratis, o come esperimento, una brutta copia a perdere per provare qualcos’altro che forse un giorno diventerà una macchina vera.

Ho appena letto sul sito di Creative Commons Australia una notizia piuttosto intrigante (qui in inglese): il Centro Stile FIAT dell’America Latina ha presentato a una fiera una nuova concept car in forma di micromacchina, una specie di Smart chiamata FIAT Mio.

La parte intrigante della notizia, o meglio la notizia vera e propria non è certo il fatto che la FIAT ha presentato una nuova concept car (anche in tempi di crollo delle vendite lo fanno tutte le case, se non altro per passare il tempo). È il fatto che lo riferisce un sito di Creative Commons, un’organizzazione che normalmente si occupa di tutt’altre cose. Le Creative Commons sono infatti licenze libere per le opere creative, cioè per libri, musica, video, progetti di qualunque tipo e tante altre “opere d’ingegno”. “Libere” significa che queste licenze, che possono esistere solo perché esiste il diritto d’autore, si servono del medesimo per garantire a tutti libertà negate dalla formula standard “tutti i diritti riservati”. Queste libertà includono il permesso di copiare, modificare e ridistribuire un’opera senza alcun balzello o permesso e sono quindi ideali per produrre in gruppo un'“opera d’ingegno”.

Ecco, il motivo per cui i signori di Creative Commons annunciano tutti contenti la FIAT Mio è proprio il fatto che quest’ultima è stata progettata da quel Centro Stile FIAT nella massima trasparenza: insieme a chiunque volesse partecipare via Internet, pubblicando su Internet ogni decisione e chiedendo commenti ai lettori, rilasciando tutti i contributi dei medesimi con licenza libera Creative Commons. Pare che abbiano partecipato via Internet più di 17000 persone, producendo più di 10000 suggerimenti che sono stati effettivamente usati per costruire il prototipo, documentando il tutto in maniera completa con un blog e un resoconto video in 14 puntate su YouTube. Ecco perchè il titolo di questa pagina è “Tutti progettisti liberi FIAT”

Certo, si tratta solo di una concept car e quindi, almeno in parte, di un’abile trovata pubblicitaria. E anche se non fosse una concept car certe cose sono realizzabili oggi solo insieme a un’azienda affermata, per evitare problemi di sicurezza e reazioni come quelle descritte da John Wilbank di Creative Commons. E nel mondo di oggi, o almeno nell’Italia di oggi, di spazio per le macchine non ce n’è e basta qualunque licenza e carburante usino.

Però a leggere certe notizie viene comunque un po' d’invidia e la tentazione irresistibile di fare e farsi certe domande, anche solo per sognare:

  • sarebbe possibile una cosa del genere negli stabilimenti FIAT italiani?
  • i dirigenti (ai quali andare a scuola di sviluppo aperto farebbe bene comunque!) e i progettisti FIAT italiani, nonchè i sindacati, sarebbero tutti in grado di gestire un progetto in questo modo?
  • quali sarebbero gli effetti sull’occupazione?
  • (non so nemmeno io se sarebbe tecnicamente possibile, ma…) che sarebbe successo se FIAT avesse gestito in questo modo, aperto direttamente a tutti gli Italiani, non la progettazione di una singola vettura ma la (ri)progettazione della produzione FIAT in Italia?

(1) a tutti i miei carissimi amici che guidano una FIAT Multipla, voi sapete chi siete: vi voglio bene lo stesso! E la Multipla è una macchina comodissima e praticissima. Però è ben stramba, vero?