Se la TV digitale la guardassimo col computer...

Il passaggio dalla TV tradizionale a quella digitale terrestre sta avvenendo con una gran quantità di seccature, spese impreviste e soprattutto confusione. In pochi mesi siamo arrivati al punto che “ci vogliono nove decoder per non perdersi nulla”. Le relative polemiche hanno portato al DDL del Senatore Vincenzo Vita che imporrebbe “che i programmi trasmessi da qualunque piattaforma (digitale terrestre, satellite ecc), sia in chiaro che pay, siano fruibili per l’utente attraverso un decoder unico”.

Le scocciature da digitale terrestre potrebbero essere lo stimolo adatto per farla finita con la TV, ma questo è un altro discorso. Ben venga il decoder unico, visto che averne 3/4 in casa farebbe inquinare e sprecare energia quanto e più dei caricatori incompatibili dei telefonini. Quel che invece va meno bene è l'interattività del digitale terrestre, soprattutto finché ci preoccupiamo solo dei decoder e non di dove li attacchiamo.

Interattività! O no?

Quei bei tastini colorati sul telecomando digitale terrestre permettono di “accedere a contenuti televisivi di approfondimento e acquistare prodotti e servizi”. Sempre con quei tastini sarà possibile richiedere informazioni e certificati, accedere al proprio conto bancario o partecipare a corsi.

Bello vero? Però tutta quest’interattività (che comunque è già possibile via Internet) ha sempre lo stesso limite. Chi decide cosa puoi vedere e come e con chi puoi “interagire” è sempre e solo chi sta all’altro capo dell’antenna. È come se vendessero telefonini o linee telefoniche capaci di chiamare solo qualche supermarket e qualche ufficio pubblico. Soprattutto con la TV, anche digitale, non si possono cercare e collegare quando serve tante informazioni interessanti.

Se invece la TV digitale arrivasse dentro un computer…

Facciamo un esempio pratico: il 2 dicembre 2009 il ministro Renato Brunetta ha dichiarato in TV che i conduttori RAI dovrebbero avere dei sottotitoli con i loro compensi. Due giorni dopo Marco Travaglio ha replicato, fornendo vari esempi, che i sottotitoli dovrebbero averli sempre i politici, a partire dallo stesso Brunetta, per permettere ai cittadini di controllare in tempo reale la coerenza fra quel che dicono e quello che fanno o hanno fatto.

Poter fare certi controlli da soli sarebbe bellissimo, ma è impossibile: bisognerebbe leggersi sempre tutti gli articoli di tutti i giornali, vedere tutte le trasmissioni TV, ricordarsi sempre tutto perfettamente, anche a distanza di anni, e conservare copie cartacee o in DVD di tutti gli articoli e le trasmissioni, per poter provare voltafaccia o altre contraddizioni.

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Avere le stesse informazioni dalla TV, anche digitale, è altrettanto impossibile. Nei sottotitoli entrano solo testi brevissimi e comunque può scriverli solo chi controlla le trasmissioni TV, quindi ci guadagneremmo ben poco quanto a trasparenza e informazione imparziale. Però guardando la TV in un computer connesso a Internet sarebbero possibili cose come questa qui a lato.

Questa figura è solo un modello, ma vi rendete conto delle potenzialità? Se le trasmissioni TV arrivassero nel computer potremmo configurarlo in modo da avere, in tempo reale e quasi automaticamente, riscontri o smentite precise di tutto quello che i politici dicono in TV! Ve l’immaginate seguire Ballarò, Anno Zero o Porta a Porta con schermi capaci, appena qualche ospite dice “io non ho mai approvato certi provvedimenti”, di aprire immediatamente a fianco della sua faccia un’elenco di tutte le sue interviste o votazioni su quell’argomento degli ultimi vent’anni, direttamente dagli archivi di Governo, giornali e TV? Ve lo immaginate come farebbero più attenzione i politici sapendo di essere sotto un controllo di questo tipo? Un controllo, badate bene, quasi automatico e soprattutto indipendente da chi gestisce le TV.

Questa non è fantascienza. Programmare un normalissimo computer per fare davvero quanto spiegato dalla figura qui sopra, cioè molto di più di quanto suggerisce Travaglio, è possibilissimo. Però non servirà a nulla finchè tutti quelli che ne avrebbero la possibilità non cominceranno ad attaccare i decoder del digitale terrestre a un computer connesso a Internet, anziché ai soliti vecchi, stupidi televisori.

Precisazione importante e obbligatoria

Del ministro Brunetta non mi piace l’accordo sulla scuola che ha fatto con Microsoft. Questo articolo comunque usa come esempio pratico Renato Brunetta solo ed esclusivamente perché quella sua dichiarazione e la risposta di Travaglio erano talmente adatti come esempio pratico di quanto volevo già dire da tempo da non poterci rinunciare. Se volete creare altri esempi fatemelo sapere, li pubblicherò o aggiungerò i link su questa pagina. Nel frattempo, stampatela per darla a tutti i vostri conoscenti che non rinunciano alla TV ultimo modello ma ancora non capiscono perché dovrebbero avere un computer.